21 novembre 2014 17:54

Secondo l’Unicef nel mondo sono 125 milioni le donne che sono sottoposte alla mutilazione genitale: 27,2 milioni sono egiziane.

Il 20 novembre in Egitto sono stati assolti due uomini accusati della morte di una ragazzina di 12 anni, avvenuta nel giugno del 2013 in seguito a un intervento di mutilazione genitale.

Sono Raslan Fadl, il medico che aveva praticato l’intervento su Sohair al Bata’a, e il padre della ragazza, Mohamed al Bata’a, a cui non è stata riconosciuta nessuna responsabilità. Fadl è stato invece condannato a pagare cinquemila sterline egiziane (circa 550 euro).

Si tratta del primo processo del genere nel paese dopo l’entrata in vigore, nel 2008, della legge che mette al bando le mutilazioni genitali femminili in Egitto, che tuttavia è ancora il paese arabo con il più alto numero di donne che sono sottoposte a questa pratica.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it