Sono almeno quattro gli italiani rimasti uccisi nel terremoto che sabato ha colpito il Nepal. Le autorità della provincia autonoma di Trento hanno confermato la morte dei trentini Renzo Benedetti, Marco Pojer e Oskar Piazza, mentre successivamente è arrivata la notizia del decesso della speleologa Gigliola Mancinelli, che si trovava insieme a Piazza nella zona di Langtang, circa 130 chilometri a nord di Kathmandu. Una squadra dell’Unità di crisi della Farnesina è attesa a Kathmandu in queste ore per fornire assistenza ai feriti, ai dispersi e alle famiglie delle vittime.
I cadaveri di Benedetti e Pojer sono stati ritrovati sotto una frana a 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu. Mentre della cinquantenne Mancinelli, medico anestesista di Ancona, e dell’alpinista trentino Piazza (55 anni) si erano perse le tracce da sabato. Facevano parte di un gruppo di quattro speleologi partiti il 15 aprile per esplorare alcuni torrenti nel parco di Langtang, al confine con il Tibet. Le due vittime sarebbero rimaste schiacciate sotto le macerie dell’edificio dove alloggiavano. Si sono salvati i loro compagni, Giuseppe Antonini e Giovanni Pizzorni, che hanno contattato i familiari.
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