15 maggio 2015 15:29

Più di 42mila persone sono state uccise da colpi d’arma da fuoco nel 2012 in Brasile, il dato più alto degli ultimi 35 anni, l’equivalente di 116 persone al giorno.

Lo sostiene un rapporto delle Nazioni Unite e del governo brasiliano. La maggior parte delle morti sono state classificate come omicidio e più della metà delle vittime aveva meno di trent’anni, due terzi delle vittime erano neri.

Secondo l’indagine, la violenza con le armi da fuoco nel paese è aumentata dell’11,7 per cento tra il 2002 e il 2012. Gli omicidi con armi da fuoco sono diminuiti nello stato di Rio de Janeiro e in quello di São Paulo, e sono aumentati nel nord del paese.

Secondo l’Onu, tra le cause del fenomeno c’è un’eccessiva diffusione delle armi in Brasile e una società che tollera l’uso delle armi per risolvere qualsiasi tipo di conflitto, anche banale.

Una legge, approvata nel 2004, ha provato a limitare la diffusione delle armi nel paese e ha creato un registro nazionale dei proprietari di armi. Chi possiede armi non registrate rischia multe salate. Da quando è stata approvata la legge, secondo il rapporto, gli omicidi sono diminuiti dell’8,2 per cento.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it