20 maggio 2015 12:34

Erri De Luca è stato interrogato in tribunale a Torino come imputato, con l’accusa di istigazione a delinquere per un’intervista a sostegno del movimento No Tav. In un’aula affollata da giornalisti e sostenitori, tra cui il cantautore Gianmaria Testa, lo scrittore napoletano ha sostenuto che “il sabotaggio della Tav è necessario, ma nel senso di ostruire, impedire l’opera”.

“Quando ho rilasciato le mie dichiarazioni all’Huffington Post”, ha spiegato “non sapevo si parlasse di molotov, ero a conoscenza soltanto delle cesoie servite a tagliare le reti del cantiere e le cesoie sulle reti illegali ripristinano soltanto la legalità”. De Luca ha chiarito cosa intendeva con la frase “la Tav va sabotata”: “Ecco perché le cesoie servivano”, ha detto “sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo. Sono necessarie per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni. Il sabotaggio è l’unica alternativa”.

Nell’interrogatorio durato circa mezz’ora, De Luca si è difeso dalle accuse della procura di Torino facendo anche notare che l’intervista incriminata sul web non è mai stata oscurata. Poi ha associato il cantiere della Tav all’immagine della città di Gerico “che è circondata da un coro di migliaia di voci e dalla forza di quel coro vengono abbattute le sue mura”. All’uscita dall’aula, dopo che il giudice ha aggiornato il processo al 21 settembre, lo scrittore è stato accolto da un lungo applauso.

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