13 luglio 2015 16:47
Una manifestazione a favore dell’Unione europea ad Atene, il 9 luglio 2015. (Alkis Konstantinidis, Reuters/Contrasto)

Stamattina Atene e i creditori hanno trovato un accordo per un nuovo piano di salvataggio. Come si è arrivati alla crisi del debito in Grecia. Ecco le date cruciali dei cinque anni di crisi.

Ottobre 2009. Il governo socialista di Georges Papandreou scatena la crisi del debito in Europa innalzando la previsione del deficit pubblico per il 2009 (dal 6 per cento al 12,7 per cento). Le stime del deficit toccheranno il 15 per cento. A dicembre le agenzie di rating avviano il declassamento del debito greco.

23 aprile 2010. Con un debito di 350 miliardi di euro e nell’impossibilità di accedere ai mercati finanziari, la Grecia chiede un aiuto internazionale.

Maggio 2010. La Grecia è il primo paese dell’eurozona a ricevere un piano di aiuti internazionali che prevede prestiti per 110 miliardi di euro concessi dagli stati europei, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il piano, che si sviluppa nell’arco di tre anni, ha l’obiettivo di evitare l’insolvenza dei pagamenti e il rischio di esplosione dell’eurozona. In cambio viene messo in campo un piano di austerità (tagli alle pensioni e ai salari, aumento delle tasse e riforme strutturali) che provoca violente manifestazioni.

27 ottobre 2011. Di fronte al deterioramento della situazione economica e finanziaria della Grecia, l’eurozona elabora un secondo piano di salvataggio, combinando prestiti supplementari di 130 miliardi di euro e la cancellazione di una parte del debito delle banche private (107 miliardi di euro su 206) in cambio di nuove misure di risanamento finanziario. Questo piano, approvato a marzo del 2012 con una scadenza prevista per la fine del 2014, verrà prolungato fino al 30 giugno del 2015 dopo la vittoria elettorale di Syriza nel gennaio del 2015.

9 marzo 2012. Accordo dei creditori privati della Grecia che cancellano in parte il debito, evitando l’insolvenza dei pagamenti.

20 giugno 2012. Si forma un governo di coalizione e il parlamento approva una nuova legge di bilancio improntata all’austerità per il 2013.

Aprile 2014. La Grecia torna sui mercati per la prima volta in quattro anni e sblocca a fine anno un’eccedenza di bilancio (non gravata dal debito).

Dicembre 2014. I creditori esigono nuove misure da parte del governo per sbloccare l’ultima tranche dei prestiti internazionali.

25 gennaio 2015. Syriza, il partito guidato da Alexis Tsipras, vince le elezioni legislative promettendo di rinegoziare il piano di salvataggio e di porre fine alla politica di austerità che ha provocato un crollo del pil del 25 per cento e la disoccupazione per un quarto della popolazione. Alexis Tsipras, primo capo di governo della sinistra radicale in Europa, sostiene che la Grecia non vuole uscire dall’euro, ma annuncia degli interventi sociali per lottare contro la “crisi umanitaria” e una rinegoziazione degli accordi con i creditori.

20 febbraio 2015. Accordo tra i creditori e Atene per prolungare gli aiuti fino al 30 giugno. Atene si impegna a proporre delle misure per ricevere l’ultima tranche di prestiti.

2 giugno 2015. Nuove proposte dei creditori sulle riforme da fare per evitare il fallimento. Il 15 maggio, Tsipras denuncia i creditori che chiedono al suo paese altre misure dopo cinque anni di “saccheggio” ai danni della sua economia.

27 giugno 2015. Alexis Tsipras annuncia un referendum per il 5 luglio sulle nuove misure di austerità proposte che, secondo lui, “hanno l’obiettivo di umiliare un intero popolo”.

30 giugno 2015. La Grecia è insolvente rispetto al prestito dell’Fmi e non rimborsa un pagamento di 1,5 miliardi di euro.

5 luglio 2015. Con un referendum i greci rifiutano nettamente le proposte dei creditori (i no sono il 61,3 per cento).

7 luglio 2015. L’eurozona esige delle riforme credibili per evitare la Grexit, cioè l’uscita della Grecia dall’area della moneta unica.

9 luglio 2015. La Grecia si impegna, in un documento inviato a poche ore dalla scadenza di un ultimatum, a recepire la maggioranza delle proposte dei creditori per convincerli a riprendere gli aiuti ed evitare l’uscita del paese dall’eurozona

13 luglio 2015. Dopo diciassette ore di difficili negoziati, l’eurozona decide all’unanimità di avviare i negoziati per accordare un terzo piano di aiuti alla Grecia.

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