25 luglio 2015 15:47

La corte di cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell’imposta comunale sugli immobili avanzata dal comune di Livorno agli istituti scolastici gestiti da enti religiosi. Nel 2010, l’ufficio tributi del municipio toscano aveva mandato alle scuole paritarie una cartella esattoriale per riscuotere l’ici degli anni dal 2004 al 2009. Gli istituti si erano opposti e i primi due gradi di giudizio avevano dato loro ragione.

I giudici della cassazione invece hanno ritenuto che, visto che gli studenti pagano per frequentare una scuola paritaria, essa è da considerarsi un’attività commerciale a tutti gli effetti, anche se non ha fini di lucro. E come tutte le attività commerciali è obbligata a versare l’imposta. Gli istituti quindi devono saldare gli arretrati. In particolare, le scuole Santo Spirito e Immacolata devono restituire al comune 422.178 euro. È il primo procedimento giudiziario su questo tema che arriva a sentenza definitiva in Italia.

Il segretario generale della conferenza episcopale italiana (Cei), monsignor Nunzio Galantino ha criticato la decisione: “Si tratta di una decisione pericolosa e ideologica, che intacca la garanzia di libertà di educazione richiesta anche dall’Europa. Non ci si rende conto del servizio che svolgono gli istituti paritari. Non è la chiesa cattolica ad affamare l’Italia. A scegliere le scuole paritarie sono un milione e 300 mila studenti, con grandi risparmi per lo stato. Mentre gli istituti paritari ricevono contributi per 520 milioni di euro, lo stato risparmia sei miliardi e mezzo”.

“Penso che forse ci sia una riflessione da fare”, ha dichiarato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini in merito.

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