16 settembre 2015 14:30

Circa 150 migranti sono arrivati in Croazia dalla Serbia la notte scorsa. I profughi sono passati per la città serba di Šid e hanno attraversato il confine vicino a Tovarnik, un piccolo comune nel nordest della Croazia, dove sono stati portati dalla polizia per essere registrati. Si tratta in gran parte di siriani e afgani. Alcuni sono stati mandati nei centri di accoglienza vicino a Zagabria. In mattinata le autorità croate avevano già aggiornato il numero dei migranti entrati nel paese a 277.

Una nuova rotta. La Serbia ha messo a disposizione dei profughi almeno dieci pullman dalla città di Preševo, vicina al confine con la Macedonia. I mezzi erano inizialmente diretti in Ungheria, ma sono stati dirottati verso la frontiera con la Croazia. La rotta balcanica è cambiata dopo che il 15 settembre l’Ungheria ha chiuso la frontiera con la Serbia e inasprito le procedure di accoglienza e registrazione dei migranti. Ora, per evitare di passare per il territorio ungherese, centinaia di profughi stanno raggiungendo la Croazia – che fa già parte dell’Unione europea ma è ancora in attesa che il trattato di Schengen per la libera circolazione entri in vigore – diretti alla volta della Slovenia, che invece è un paese Schengen.

La linea delle autorità di Zagabria. Il primo ministro croato Zoran Milanović ha annunciato che i migranti potranno attraversare il paese nel loro viaggio verso la Germania e i paesi del nord Europa. “La Croazia è assolutamente pronta a riceverli o dirigerli dove vogliono andare”, ha detto Milanović al parlamento. “Potranno passare attraverso la Croazia e li aiuteremo a farlo, ci stiamo preparando per questa evenienza”, ha aggiunto. I centri di accoglienza del paese al momento hanno solo tremila posti. La presidente croata Kolinda Grabar-Kitarović ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, che si terrà il 18 o il 22 settembre, per fare fronte alla situazione. Nei prossimi giorni Milanović incontrerà il cancelliere austriaco Werner Faymann per discutere della gestione dei flussi migratori.

Il problema delle mine. Intanto, squadre di sminatori sono state chiamate dalla polizia croata nelle zone di confine che i migranti stanno attraversando a piedi: le forze dell’ordine vogliono assicurarsi che i profughi non passino per i campi rimasti minati dai tempi delle guerre jugoslave (1991-1995).

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