26 ottobre 2015 20:15

Il Pentagono sta seguendo con preoccupazione una crescente attività di sottomarini e navi spia della Russia vicino ai cavi di telecomunicazione che si trovano sul fondo degli oceani, dal mare del Nord alle acque dell’Asia nordorientale fino a quelle che bagnano le coste statunitensi. Secondo il New York Times, che cita fonti della marina e dei servizi segreti statunitensi, queste manovre lascerebbero intendere che in caso di conflitto i russi sono pronti a tagliare materialmente le dorsali sottomarine per interrompere le comunicazioni e i commerci globali.

Soltanto un mese fa la nave spia russa Yantar, equipaggiata con due piccoli sottomarini, avrebbe attraversato le acque tra la Florida e Cuba, dove un grande cavo termina proprio vicino alla base navale statunitense di Guantánamo. La nave è stata sorvegliata costantemente dai satelliti, dalle navi e dagli aerei spia statunitensi. La marina statunitense sostiene che i due sottomarini sono in grado di raggiungere profondità di diversi chilometri e di recidere qualsiasi cavo. Fonti diplomatiche europee, citate dal quotidiano newyorkese, hanno parlato di un livello di attività “paragonabile a quello della guerra fredda”.

Alcuni esperti hanno fatto notare che i cavi sottomarini spesso vengono danneggiati a profondità limitate da ancore o disastri naturali, ma possono essere riparati nel giro di pochi giorni. Ora però il Pentagono teme che i russi stiano cercando di individuare i punti vulnerabili della rete a maggiori profondità, dove l’attività dei cavi è più difficile da controllare e qualsiasi guasto sarebbe molto difficile da riparare.

La posizione dei cavi sottomarini è pubblica, spiega il New York Times, perché tendono a seguire il percorso della prima posa delle linee transcontinentali del 1860, ma ce ne sono alcuni che gli Stati Uniti hanno posato in tempi più recenti su direttrici segrete, per scopi militari: i russi potrebbero essere alla caccia proprio di questi cavi. Su queste linee viaggiano ogni giorno transazioni economiche per un valore di circa diecimila miliardi di dollari (più di novemila miliardi di euro).

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