18 novembre 2015 17:54

I bombardamenti russi e francesi si concentrano su Raqqa

La roccaforte del gruppo Stato islamico (Is) nel nord della Siria è diventata il principale obiettivo dei bombardamenti russi e francesi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong con sede a Londra, i raid delle ultime 72 ore a Raqqa hanno provocato la morte di almeno 33 jihadisti.

Il ministro della difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha precisato che i dieci jet Rafale e Mirage 2000 impegnati nell’ultimo giorno di bombardamenti hanno colpito e distrutto 6 obiettivi di importanza vitale, controllati dall’Is.

L’inedita cooperazione tra Mosca e Parigi, che hanno sempre avuto una visione opposta sull’avvenire politico del presidente siriano Bashar al Assad, è una conseguenza degli attentati del 13 novembre in Francia e di quello precedente contro l’aereo di linea russo nel Sinai egiziano.

I due paesi hanno deciso di indebolire l’Is bombardando la loro capitale de facto, la città sull’Eufrate conquistata nel gennaio del 2014. I raid hanno colpito depositi di armi, caserme e posti di blocco a Raqqa e dintorni, provocando 33 morti e decine di feriti tra i ranghi dello Stato islamico, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani Rami Abdel Rahmane.

Il numero limitato dei morti si spiegherebbe col fatto che i jihadisti avevano preso delle precauzioni. “Intorno ai depositi e alle caserme c’erano solo poche persone di guardia, e la maggior parte delle vittime si trovava vicino a un posto di blocco colpito dalle bombe”, ha riferito Rahmane.

Per la stessa fonte i familiari dei combattenti stranieri avrebbero lasciato Raqqa per trovare riparo a Mosul, il centro più importante controllato dallo Stato islamico nel vicino Iraq, giudicata “più sicura”.


L’escalation dopo gli attacchi di Parigi

  • Dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi, il presidente francese François Hollande e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno deciso di rafforzare il coordinamento tra i rispettivi servizi segreti. Putin ha ordinato alle navi da guerra russe impegnate nel Mediterraneo di entrare in “contatto diretto” con la portaerei Charles de Gaulle, salpata in queste ore dal sud della Francia, e di “cooperare con gli alleati” francesi.
  • L’ammiraglia della marina militare francese ha lasciato Tolone con a bordo 26 aerei ed è diretta verso il Mediterraneo orientale, dove raggiungerà la flotta aerea già impegnata nell’offensiva contro lo Stato islamico entro fine settimana. A quel punto, la Francia potrà disporre nella regione dei 26 jet imbarcati sulla Charles de Gaulle (18 Rafale e otto Super Étendard) oltre a dodici aerei che fanno base tra Emirati Arabi Uniti (sei Rafale) e Giordania (sei Mirage 2000).
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  • Anche gli Stati Uniti hanno modificato la loro linea nei confronti di Mosca. La Russia è stata un “partner costruttivo a Vienna nel tentativo di creare una transizione politica” in Siria, ha detto il presidente statunitense Barack Obama riferendosi agli ultimi negoziati diplomatici, nonostante le divergenze che permangono sul futuro ruolo politico del presidente siriano Bashar al Assad.
  • Nell’ambito dell’alleanza contro lo Stato islamico, Ankara e Washington “intensificheranno nei prossimi giorni le operazioni al confine tra la Turchia e il nord della Siria”, ha annunciato il ministro degli esteri turco Feridun Hadi Sinirlioğlu.
  • Le divisioni diplomatiche restano. Secondo il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov è “inaccettabile” esigere le dimissioni di Assad come “condizione preliminare a qualsiasi unione contro il terrorismo”.
  • Sul terreno, il Fronte al nusra, gruppo jihadista legato ad Al Qaeda, sostiene di avere abbattuto due droni da ricognizione russi nel nordovest della Siria. Se la notizia fosse confermata, sarebbe la prima volta che i jihadisti e i loro alleati riescono ad abbattere dei velivoli russi dall’inizio dell’intervento militare russo in Siria, il 30 settembre.

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