23 novembre 2015 12:41

Il 23 novembre i giornali belgi dedicano l’apertura delle loro testate alle operazioni antiterrorismo condotte dalla polizia domenica sera in una Bruxelles in stato di assedio per il secondo giorno consecutivo e che si sono concluse con l’arresto di 16 presunti jihadisti. Tra loro non c’è il ricercato numero uno: Salah Abdeslam, ritenuto uno degli autori delle stragi di Parigi del 13 novembre. Domenica il governo ha deciso di prolungare di 24 ore lo stato di assedio a Bruxelles, ritenendo “seria e imminente” la minaccia di un attentato.

Salah Abdeslam è ancora in fuga

De Standaard

Per l’editorialista Bart Brinckman, “la situazione è senza precedenti. Per il terzo giorno consecutivo la vita pubblica della capitale è ferma”. Il premier Charles Michel “ha ribadito ieri che, dopo Parigi, anche Bruxelles può essere teatro di un blitz contro i gruppi terroristi. Il mondo intero ci osserva attentamente. La misura sembra eccessiva, e forse lo è. Eppure non abbiamo altra scelta che fidarci delle valutazioni del Centro per la valutazione del rischio. Il governo ha il dovere di fare il possibile per garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Solo dopo potremo dire se questo temporaneo stato di emergenza era appropriato o no. La popolazione sembra accettarlo”.

De Standaard, il 23 novembre 2015. (Dr)

Salah sfugge di nuovo

Het Nieuwsblad

“Questo fine settimana ha trasformato la mia città in un posto sotto assedio”, scrive Liesbeth Van Impe, che, pur condividendo la decisione delle autorità di “imporre un blocco totale sulla vita pubblica di Bruxelles”, osserva che “allo stesso tempo, dopo il fine settimana, sembra chiaro che non è questo il modo con cui si può gestire la minaccia terroristica, che non si esaurirà dopo alcuni arresti. Bruxelles non sarebbe Bruxelles se rimanessimo tutti quanti chiusi in casa il sabato. Bruxelles non sarebbe Bruxelles se non andassimo tutti al lavoro di lunedì”.

Terrorismo: sedici arresti

La Libre

“Da venerdì sera, Bruxelles ha paura”, scrive l’editoriale della Libre Belgique, secondo il quale il motto di Parigi, “Fluctuat nec mergitur (È in balia delle onde, ma non affonda), apparso sui muri della capitale francese dopo gli attentati del 13 novembre, si applica anche a Bruxelles, diventata “un bersaglio”. “Ma Bruxelles resiste”, aggiunge l’editoriale. “Una settimana fa, all’indomani degli attentati di Parigi, dicevamo tutti quanti che occorreva rimanere in piedi e non cedere alla paura provocata dai terroristi. Ora il terrore è in mezzo a noi, ma i terroristi sono introvabili. Hanno già vinto? Abbiamo ‘completato il loro lavoro’ come temevamo, riducendo i nostri spostamenti, annullando i nostri divertimenti, imponendoci una sorta di coprifuoco?”

Sedici arresti. Salah Abdeslam sempre in fuga

Le Soir

L’editorialista Béatrice Delvaux parla di “sollievo”, dopo che la capitale belga è rimasta per 48 ore sotto “una cappa di piombo”. La tensione era “diventata parossistica” dopo che la polizia ha lanciato una serie di blitz nel centro di Bruxelles e ha “chiesto ai mezzi d’informazione di non dare più indicazioni sui social network sulla localizzazione delle operazioni in corso”. “Una cosa è certa”, prosegue Béatrice Delvaux: “la chiusura della regione di Bruxelles e la paralisi della città e, progressivamente, di tutto un paese, in un clima ansiogeno, sarà estremamente difficile da prolungare per le autorità. Il “lockdown” di una città per un periodo così lungo, a titolo preventivo e per una minaccia terroristica, è una cosa mai vista, e non solo in Belgio”.

Le Soir, il 23 novembre 2015.

Città occupata

De Morgen

“Bere una pinta diventa un atto di resistenza”, afferma Bart Eeckhout, secondo il quale “lo slogan Keep calm and carry on (Rimanete calmi e andate avanti)”, ispirato all’atteggiamento dei londinesi durante i blitz nazisti, “è solo un mito”. “Aver paura di una minaccia indefinita è umano”, scrive, “è la psicosi dell’ansia che paralizza” ed è per questo che “lo stato di assedio a Bruxelles mostra quanto sia difficile passare dalla normalità a una situazione estrema”.

Questa rassegna stampa è in collaborazione con VoxEurop.

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