27 novembre 2015 14:36

Resta ancora alta la tensione tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento di un bombardiere Sukhoi 24 al confine turcosiriano, il 24 novembre. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e quello russo Vladimir Putin continuano a scambiarsi accuse reciproche nelle sedi ufficiali, ma le diplomazie sono al lavoro per evitare un’ulteriore escalation.

Prove di distensione da parte di Ankara. Di oggi la notizia che l’esercito turco ha sospeso temporaneamente i voli militari sulla Siria nell’ambito della campagna internazionale contro il gruppo Stato islamico dopo l’abbattimento del jet russo. Lo rivela il quotidiano turco Hürriyet, citando fonti diplomatiche turche. La decisione sarebbe stata presa da Ankara in accordo con le autorità di Mosca. Il Cremlino ha poi riferito che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha chiesto un incontro con Vladimir Putin, a margine dell’apertura della conferenza internazionale sul clima che si terrà a Parigi lunedì 30 novembre.

Anche la Russia, da parte sua, avrebbe assicurato che eviterà i bombardamenti vicino al confine turco. Le fonti di Hürriyet sottolineano che le capitali continueranno ad agire con la massima prudenza per evitare che si ripetano episodi simili fino alla ripresa dei regolari canali di dialogo.

Le relazioni diplomatiche restano tese. I quotidiani internazionali scrivono che il primo ministro russo Dmitrij Medvedev ha dato due giorni ai ministri del suo governo per elaborare un piano di interventi sanzionatori che colpisca gli scambi economici e importanti progetti comuni. Potrebbe essere così accantonata la collaborazione per la costruzione di un gasdotto sottomarino attraverso il Mar Nero, che circa un anno fa Putin ed Erdoğan avevano presentato come alternativa al South stream che la Russia aveva in cantiere con l’Unione europea.

Scambio di accuse tra i leader. “Non abbiamo ancora sentito scuse comprensibili dai vertici politici turchi, né offerte per risarcire i danni causati, né promesse di punire i criminali per ciò che hanno fatto”, ha detto Putin al Cremlino ribadendo che il Su-24 è stato colpito mentre sorvolava il territorio siriano e non la Turchia. “Si ha l’impressione che i vertici turchi stiano portando le relazioni tra i due paesi a un punto porto. La Turchia era nostra amica, quasi un alleato, ed è un peccato che questo sia andato distrutto in modo così sciocco”, ha aggiunto il presidente russo in un’altra occasione ufficiale.

Erdoğan, dal canto suo, ha accusato Putin di aver pronunciato “parole inaccettabili” nei confronti della Turchia e di “puntare a estendere ad altri settori” la disputa sul jet abbattuto. Il presidente turco ha liquidato come “calunnie” le accuse di Mosca, secondo cui Ankara acquisterebbe clandestinamente petrolio dal gruppo Stato islamico, e le ha ribaltate, sostenendo che gli Stati Uniti hanno prove documentate della vendita al regime siriano di idrocarburi da parte dello stesso Stato islamico e di compagnie russe.

I vertici turchi e russi hanno avuto i primi contatti già all’indomani dell’abbattimento del Su-24, dopo che il capo di stato maggiore della difesa di Ankara ha invitato gli addetti militari dell’ambasciata russa per informarli dell’accaduto. Ma si attende un incontro politico ad alto livello come segno di riconciliazione tra le parti, nella direzione auspicata dagli Stati Uniti e dagli altri alleati della Turchia nella Nato.

Oltre alla richiesta di un colloquio tra presidenti a Parigi, il ministro degli esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha proposto alla controparte russa, Sergej Lavrov, un colloquio tra il 3 e il 4 dicembre a margine di una riunione internazionale a Belgrado. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha confermato che Erdoğan aveva già chiamato Putin circa sette ore dopo l’abbattimento del Sukhoi 24, ma il leader russo non aveva accettato di parlargli.

Ricevendo a Mosca il francese François Hollande, Putin si è limitato ad assicurare la sua disponibilità a collaborare con la coalizione guidata dagli Stati Uniti contro i jihadisti, aggiungendo però che “incidenti come la distruzione del nostro aereo e la morte dei nostri militari sono assolutamente inaccettabili” e che se episodi simili si ripeteranno non ci sarà più alcuna cooperazione.

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