02 dicembre 2015 13:40
  1. Il parlamento britannico voterà stasera, al termine di un dibattito di dieci ore e mezza, la mozione presentata dal governo per bombardare il gruppo Stato islamico (Is) in Siria. Alla vigilia, il primo ministro David Cameron ha riunito i deputati conservatori perché gli garantissero il forte consenso dell’aula, nonostante il calo delle ultime ore del numero di dissidenti laburisti che sfrutterà la libertà di scelta accordata dal segretario Jeremy Corbyn e voterà a favore dei raid. “Non dovreste passeggiare per i corridoi di Westminster con Jeremy Corbyn e un pugno di simpatizzanti dei terroristi”, avrebbe detto il premier incontrando i deputati tory prima del voto.
  2. Da parte sua, il leader laburista ha scritto un articolo sul Guardian in cui chiede ai deputati del suo partito di riflettere sulle “terribili conseguenze” che hanno avuto negli ultimi 14 anni le guerre in Medio Oriente. “David Cameron sa che l’opposizione alla sua corsa malata verso la guerra sta crescendo. Se consideriamo pianificazione, strategia, truppe di terra, diplomazia, minacce terroristiche, profughi e perdite civili, è sempre più chiaro che la proposta del primo ministro non sta insieme”, sostiene Corbyn. “L’approccio di Cameron è prima le bombe, poi discutiamo. Ma anziché aggiungere le bombe britanniche alle altre che adesso piovono sulla Siria, ciò che serve è un’accelerazione dei negoziati di pace a Vienna”.
  3. Il dibattito parlamentare è cominciato alle 12.30 (le 11.30 di Londra) con un intervento del premier David Cameron e si concluderà in serata con il voto previsto alle 23, dopo le conclusioni del ministro degli esteri Philip Hammond (le 22 ora di Londra). Corbyn risponde a Cameron subito dopo l’intervento del premier e, in quella che i quotidiani britannici hanno presentato come novità assoluta per la storia moderna del paese, la ministra degli esteri ombra (ossia la responsabile esteri dell’opposizione laburista), Hilary Benn, contraddirà il segretario appoggiando in aula i bombardamenti nell’ultimo intervento dai banchi del Labour prima della chiusura di Hammond.
  4. Nel corso della discussione a Westminster i deputati stanno facendo riferimento alle dichiarazioni del premier, che di recente ha sostenuto che in Siria ci siano 70mila esponenti delle forze moderate pronti a combattere l’Is, ma poi non è stato appoggiato dai vertici della difesa britannica. Il vice capo di stato maggiore, Gordon Messenger, infatti, ha dichiarato alla commissione difesa della camera di non poter dire se all’interno dei 70mila ci siano o meno combattenti di gruppi di ispirazione jihadista come il Fronte islamico o Ahrar al sham, attirandosi le critiche di alcuni parlamentari tory. In aula, Cameron ha assicurato che tra i 70mila “non sono compresi estremisti”.
  5. Come voteranno i deputati sulla Siria? Sul totale di 650 eletti alla camera dei comuni, i conservatori sono 330 e di questi dovrebbero votare a favore dell’intervento in Siria tra i 300 e i 320 parlamentari tory. Sul totale dei laburisti (232) dovrebbero invece votare contro i bombardamenti tra i 171 e i 201 e a favore tra i 30 e i 60 parlamentari. Il Partito nazionale scozzese, terza forza in parlamento con 56 deputati, voterà contro. In tutto, tenendo conto anche dei partiti minori, il Guardian ha calcolato che la mozione presentata dal governo britannico – che tra l’altro recepisce anche alcune recenti conclusioni della conferenza laburista – dovrebbe passare con 346-396 voti a favore e 241-291 voti contrari.

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