02 settembre 2016 14:57

In Spagna il primo ministro incaricato Mariano Rajoy non ha superato il voto di fiducia del parlamento spagnolo il 31 agosto. Il risultato era stato largamente previsto, perché Rajoy, che ha vinto le elezioni il 26 giugno, non ha la maggioranza necessaria (176 seggi) a ottenere la fiducia. Ora Rajoy deve affrontare un altro voto di fiducia il 2 settembre, in cui ci avrà bisogno di una maggioranza relativa. Ma cosa potrebbe succedere se Rajoy non ce la facesse?

Consultazioni. Se Mariano Rajoy non ottiene la fiducia del congresso, il re può riaprire un periodo di consultazione con i partiti per nominare un altro primo ministro incaricato. In questo caso comincerebbe una corsa contro il tempo perché i partiti dovrebbero trovare una soluzione entro il 31 ottobre, quando scadono i due mesi previsti dalla costituzione per formare un governo dopo le elezioni. In teoria il monarca potrebbe proporre il mandato ancora una volta a Rajoy o ad altri candidati di altre formazioni politiche. Potrebbe anche scegliere persone che non sono in parlamento, in quanto la costituzione richiede come requisiti per la carica di primo ministro la nazionalità spagnola e i diritti politici.

I numeri necessari. Mentre il 31 agosto serviva una maggioranza assoluta, il 2 settembre basterà una maggioranza semplice per ottenere la fiducia, quindi se qualche parlamentare uscirà dall’aula o si asterrà questo potrebbe favorire l’investitura del primo ministro incaricato. Per farcela il 2 settembre Rajoy ha bisogno dell’astensione di almeno undici parlamentari, o del voto favorevole di sei. Il Partito popolare spera di racimolare qualche voto dal Partito socialista anche se il leader del Psoe Pedro Sánchez ha ribadito che il suo partito voterà compatto per il no. Un’altra opzione è di ricevere il sostegno dei nazionalisti del Pnv e del Partit demòcrata català (Pdc), anche se queste forze non sembrano aver accettato l’alleanza tra popolari e Ciudadanos.

Una terza votazione. Secondo l’articolo 99 della costituzione, “se sono trascorsi due mesi a partire dall’assunzione del mandato da parte di un primo ministro incaricato e il candidato non ha ricevuto la fiducia del parlamento, il re scioglierà le camere e convocherà le elezioni anticipate”. In questo caso, si tratterebbe delle terze elezioni in una anno e si potrebbero tenere il 25 dicembre.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it