24 febbraio 2017 14:15

L’amministrazione Trump ha reso noti i suoi piani sull’immigrazione, attraverso alcune direttive del dipartimento per la sicurezza nazionale che servono ad attuare gli ordini esecutivi firmati dal presidente a fine gennaio. Si tratta di linee guida per i funzionari dell’ufficio dell’immigrazione e le forze dell’ordine in tutto il paese, e hanno effetto immediato. Sono pensate per rendere più facile l’arresto degli immigrati senza documenti e più veloce la loro espulsione dal paese, e su molti punti sono in netto contrasto con l’approccio seguito dall’amministrazione di Barack Obama. Ecco i punti principali.

Espulsioni più facili

  • Sotto la presidenza Obama le forze dell’ordine avevano dato la precedenza all’espulsione di persone condannate, che avevano attraversato la frontiera di recente o che erano entrate nel paese illegalmente più volte. I provvedimenti voluti da Trump, invece, aprono la strada anche all’espulsione di persone senza precedenti penali fermate per infrazioni minori, come la guida senza patente, o che sono sospettate di essere entrate nel paese illegalmente. Secondo le stime, negli Stati Uniti ci sono circa undici milioni di immigrati in questa condizione.
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  • Le direttive del dipartimento per la sicurezza nazionale estendono le espulsioni rapide, procedimenti che consentono alle autorità di allontanare le persone residenti illegalmente negli Stati Uniti senza neanche chiedere il parere di un giudice. Finora questo procedimento si applicava solo alle persone fermate entro cento miglia dal confine ed entrate nel paese da meno di due settimane. D’ora in poi, invece, riguarderà gli immigrati fermati in qualsiasi luogo degli Stati Uniti entro i primi due anni dal loro ingresso.
  • Saranno assunti diecimila agenti per l’immigrazione e cinquemila nuovi agenti della polizia di frontiera, e si procederà all’immediata progettazione e costruzione di un muro lungo il confine con il Messico. Per attuare questi provvedimenti il congresso controllato dai repubblicani dovrà stanziare nuovi fondi.
  • Per facilitare le espulsioni, Trump ha ordinato al segretario per la sicurezza nazionale John Kelly e al segretario di stato Rex Tillerson di imporre sanzioni ai governi che si rifiutano di accettare le persone espulse dagli Stati Uniti, per esempio negando visti ai cittadini di quei paesi. Attualmente i paesi che si rifiutano di accettare le persone espulse dagli Stati Uniti sono 23, tra cui Afghanistan, Algeria, Cina, Iran, Iraq, Libia, Somalia e Zimbabwe. La lista non comprende il Messico. Una delle direttive dispone che gli Stati Uniti possano espellere in Messico anche cittadini non messicani. Il governo messicano ha fatto capire che si opporrà.
  • Viene riattivato il programma Secure communities, introdotto durante la presidenza di George W. Bush, in base al quale gli agenti dell’ufficio immigrazione ricevono automaticamente una segnalazione quando una persona che si trova illegalmente nel paese finisce in una prigione locale. Questa misura è contestata dai sindaci di sinistra delle principali città del paese, tra cui New York, Chicago e Los Angeles, che hanno detto di voler proteggere gli immigrati senza documenti.
  • Aumentano il numero e le dimensioni delle strutture detentive che ospitano i richiedenti asilo e le persone in attesa di udienza davanti a un giudice.
  • S’invitano i pubblici ministeri ad aumentare le incriminazioni per infrazioni legate all’immigrazione irregolare.
  • Gli agenti dell’immigrazione potranno d’ora in poi incriminare per violazioni delle norme sull’immigrazione anche i genitori che pagano i trafficanti per condurre illegalmente i loro figli nel paese.

Lo scontro con i giornali
In un tweet del 17 febbraio il presidente ha accusato alcuni giornali e reti televisive di essere nemici del popolo americano. Una settimana prima Trump aveva tenuto una conferenza stampa in cui aveva accusato la stampa in generale di essere disonesta e aveva maltrattato due giornalisti che gli avevano fatto delle domande. Il presidente ha attaccato i mezzi d’informazione anche in un evento che ha definito di “campagna elettorale” in Florida.

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Un nuovo consigliere per la sicurezza nazionale
Trump ha scelto il generale H. R. McMaster per sostituire Michael Flynn come consigliere per la sicurezza nazionale. Flynn si era dimesso il 13 febbraio quando erano venuti alla luce i suoi legami con funzionari del governo russo. La nomina di McMaster è stata ben accolta dai funzionari di politica estera e d’intelligence. Il generale potrebbe avere posizioni molto diverse da quelle di Trump su alcuni temi importanti, a cominciare dai rapporti con la Russia: mentre il presidente ha più volte sostenuto che Washington dovrebbe collaborare con Mosca, secondo McMaster la Russia è una delle principali minacce alla sicurezza statunitense.

Corsa al nucleare
In un’intervista alla Reuters, Trump ha sostenuto che gli Stati Uniti sono rimasti indietro rispetto ad altri paesi sulle armi nucleari e devono ampliare il loro arsenale. Secondo le stime, gli Stati Uniti attualmente hanno 6.800 testate nucleari, mentre la Russia ne ha settemila.

Una nomina contestata
Il senato ha confermato Scott Pruitt, ex procuratore generale dell’Oklahoma, alla guida dell’Agenzia per la protezione ambientale. Pochi giorni dopo sono stati resi noti 7.500 messaggi di posta elettronica che dimostrano gli stretti legami di Pruitt con le compagnie petrolifere e minerarie. A un mese dall’ingresso di Trump alla Casa Bianca, ci sono ancora molti incarichi che devono essere assegnati o confermati dal senato.

Nuove linee guida su bagni e transgender
Il presidente ha cancellato le protezioni introdotte dall’amministrazione Obama che permettevano alle persone transgender di usare il bagno che corrisponde alla loro identità di genere. In questo modo Trump lascia autonomia alle amministrazioni dei singoli stati. La questione era diventata di dominio pubblico nel maggio del 2016, quando l’amministrazione Obama aveva fatto causa al parlamento del North Carolina, governato dai repubblicani, per violazione dei diritti civili.

I rapporti con la Nato
Il 18 febbraio il vicepresidente Mike Pence è intervenuto alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, dichiarando che gli Stati Uniti saranno risoluti nel loro sostegno agli stati che fanno parte dell’Alleanza atlantica (Nato) e che sono al fianco dell’Europa oggi e lo saranno in futuro. Ma ha anche sottolineato che il mancato pagamento delle quote di difesa da parte degli stati europei è un elemento di debolezza dell’alleanza. Infine Pence ha ribadito che la Russia deve rispettare gli accordi di Minsk e demilitarizzare l’est dell’Ucraina. In campagna elettorale Trump aveva più volte messo in discussione il ruolo della Nato, invitando gli altri paesi membri ad assumersi più responsabilità dal punto di vista politico ed economico.

L’oleodotto del North Dakota
Il 22 febbraio i nativi americani che da mesi protestano a Standing Rock contro la costruzione di un nuovo oleodotto sono stati sgomberati. La polizia ha arrestato almeno dieci persone. La decisione di allontanare i manifestanti segue quella del nuovo governo di riprendere i lavori, che erano stati bloccati dall’amministrazione Obama. L’oleodotto, lungo circa 1.900 chilometri, dovrebbe partire dai giacimenti petroliferi del North Dakota, al confine con il Canada, e arrivare a Patoka, in Illinois.

Proteste
Il 20 febbraio a New York e in altre grandi città del paese migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le politiche di Trump in occasione del Presidents’ day, una festa nazionale creata nel 1880 per celebrare i presidenti degli Stati Uniti.

Condanna dell’antisemitismo
Il 21 febbraio il presidente ha denunciato il clima di antisemitismo nel paese dopo una serie di attacchi contro alcune sinagoghe e la profanazione di tombe nel cimitero ebraico di St. Louis. La comunità ebraica ha accusato Trump di non aver condannato per tempo e con abbastanza convinzione gli attacchi contro la comunità ebraica.

Il tweet della settimana
In un comizio in Florida Trump ha citato la Svezia tra i paesi dove l’accoglienza dei migranti avrebbe creato minacce per la sicurezza, dicendo: “Guardate cos’è successo ieri sera in Svezia”. Le sue parole vaghe hanno fatto nascere il dubbio che Trump si riferisse a qualche incidente o attentato che in realtà non era mai avvenuto.

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La prossima settimana
La Casa Bianca dovrebbe rendere noto un nuovo piano per limitare l’ingresso di immigrati e rifugiati nel paese, dopo che il cosiddetto muslim ban è stato bocciato da una corte d’appello federale. Il segretario per la sicurezza nazionale John Kelly ha dichiarato che il nuovo provvedimento sarà “più mirato e semplificato” rispetto a quello precedente.

Trump dovrebbe firmare degli ordini esecutivi per cancellare alcuni decreti introdotti da Obama per ridurre l’inquinamento e combattere i cambiamenti climatici.

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