19 giugno 2015 09:31

Questa volta non c’entrano le sanzioni economiche contro la Russia. Di recente (quindici giorni fa, ma l’abbiamo scoperto solo giovedì) un alto tribunale ha congelato ingenti patrimoni russi in Francia e in Belgio a causa di una lunga battaglia giudiziaria nata dallo scontro tra Vladimir Putin e Michail Khodorkovskij, l’uomo che grazie al suo immenso patrimonio ha avuto il coraggio di opporsi al Cremlino.

Ex responsabile dei giovani comunisti e scienziato di buon livello, Khodorkovskij aveva cominciato a fare soldi ai tempi della perestrojka approfittando della legalizzazione delle imprese private per ricoprire il ruolo di consigliere dei consorzi di stato e vendere a Mosca computer prodotti in Asia.

Per gli standard dell’Urss era già un uomo molto agiato, ma quando Boris Eltsin ha rovesciato Michail Gorbaciov inaugurando l’epoca delle privatizzazioni, Khodorkovskij è improvvisamente entrato nei circoli del potere e ha acquistato il gruppo petrolifero Yukos grazie ai suoi agganci al Cremlino e alla banca che nel frattempo aveva creato. Questa manovra lo ha reso uno degli oligarchi più in vista di Mosca e uno dei baroni del nuovo regime che si sono spartiti il grosso della proprietà collettiva pagando profumatamente i loro padrini politici e investendo il denaro ricavato dalle imprese su cui riuscivano a mettere le mani.

Acquistata per 360 milioni di dollari nel 1995, Yukos valeva 27 miliardi solo nove anni dopo. Ma Khodorkovskij non era un’oligarca come gli altri. Sotto la sua gestione Yukos si è sviluppata enormemente, garantendo ai propri dipendenti assistenza sociale e salari alti. Khodorkovskij ha creduto sinceramente di poter contribuire alla rinascita della Russia, ed è per questo che ha accusato pubblicamente Putin per l’imperizia e la corruzione dilagante.

Pazzo o semplicemente coraggioso, nel 2003 Khodorkovskij è stato rinchiuso in prigione, dove è diventato un idealista ammirato da molti e da dove è uscito, dieci anni più tardi, senza avere più il suo patrimonio, perché nel frattempo Putin aveva posto il suo gruppo nelle mani dei suoi amici.

Il ladro è stato derubato o l’oppositore è stato punito? La verità, probabilmente, sta nel mezzo. In ogni caso l’esproprio del patrimonio di Khodorkovskij è stato del tutto illegale, e gli azionisti stranieri di Yukos si sono battuti con tanta energia da ottenere il congelamento dei conti bancari e degli immobili russi a Bruxelles e Parigi.

Nei prossimi giorni potrebbero arrivare altri congelamenti dei beni russi in altri paesi, perché la Corte di arbitrato dell’Aja ha stimato in 37 miliardi di euro il valore dell’esproprio di Yukos. La vicenda è ancora agli inizi, e l’imbarazzo diplomatico che ha creato è minimo se confrontato a quello che proverà Vladimir Putin, il cui intero sistema di potere si ritroverà sotto i riflettori.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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