09 dicembre 2015 09:29

Lasciamo da parte la Francia e il resto d’Europa, dove la nuova estrema destra avanza un po’ ovunque. Negli Stati Uniti il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump ha appena proposto di vietare a tutti i musulmani l’accesso al territorio americano.

Se Trump ha rilasciato questa dichiarazione è perché pensa di poter fare leva su un numero di elettori repubblicani sufficiente per vincere le primarie. In un certo senso non ha torto, perché la paura di un mondo diventato incerto e incomprensibile si diffonde sempre di più, negli Stati Uniti come in Europa e altrove.

Dall’altra parte dell’Atlantico, a Mosca, la popolarità di Vladimir Putin poggia sulla riconquista della Crimea, sulla chiesa ortodossa russa, sul nazionalismo e sulle forze di sicurezza di cui rappresenta l’incarnazione da quando ha messo piede al Cremlino. Più a sud, in Turchia, Erdoğan ha riconquistato la maggioranza riacutizzando le tensioni con la minoranza curda, esaltando la nazione e lusingando gli elettori più conservatori con i suoi riferimenti costanti alle tradizioni religiose e patriarcali.

Improvvisamente ci sono troppi cambiamenti e di conseguenza troppe incognite fuori dei confini nazionali

Il Medio Oriente, intanto, continua a sprofondare a causa del conflitto tra le diverse comunità etniche o religiose: sciiti contro sunniti, arabi contro persiani, curdi contro tutti o viceversa. Ognuno vuole il suo stato, le sue frontiere, la sua zona d’influenza. L’India si appoggia all’induismo, mentre in Europa non c’è solo l’estrema destra ma anche i catalani che vorrebbero separarsi dalla Spagna, gli scozzesi che vogliono uscire dal Regno Unito, la rinascita del nazionalismo e il divorzio sempre più accentuato tra l’Europa e gli europei, tra l’ambizione d’unità e il ritorno allo stato-nazione.

La paura si diffonde e crea spaccature in tutto il mondo. Ognuno vuole rinchiudersi nel suo territorio perché improvvisamente ci sono troppi cambiamenti e di conseguenza troppe incognite fuori dei confini nazionali.

La caduta del muro di Berlino ha segnato la fine della stabilità della guerra fredda, e negli ultimi 25 anni abbiamo assistito all’affermazione di nuove potenze, al risveglio del mondo arabomusulmano in un caos indescrivibile, alla distruzione delle aziende occidentali a causa dell’automazione e della delocalizzazione, alla svolta verso il Pacifico degli Stati Uniti, alla furia del terrorismo jihadista nei cinque continenti e alla perdita di prestigio delle grandi forze politiche occidentali, che non sono state capaci di preparare i loro elettori e i loro paesi a cambiamenti di simile portata.

A quanto pare tutti si stanno facendo trascinare dalla paura. In Europa abbiamo bisogno di un nuovo scacchiere politico e della formazione di grandi partiti abbastanza solidi da cancellare la folle tentazione di un ritorno al passato e costruire un futuro lontano da questo panico suicida.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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