18 luglio 2015 16:21

Franz Joseph Haydn, sonate per pianoforte (London/Decca)
La notizia della prematura scomparsa di John McCabe mi spinge a rispolverare (e a consigliarvi) questo imprescindibile cofanetto contenente l’integrale delle sonate per piano di Haydn, pubblicato nel 1995 ma ancora disponibile, per di più a prezzo stracciato. McCabe, non solo grande pianista ma compositore di talento, è stato a parer mio uno dei più grandi interpreti delle pagine haydniane (solo Brendel gli tiene testa) grazie a uno straordinario fraseggio, alla limpidezza del suono, alla perfezione tecnica sempre messa al servizio della musica, e anche al delizioso sense of humour e alla leggerezza che traspaiono in tutte queste interpretazioni. La splendida registrazione della Decca mette in luce ogni più minimo dettaglio, e il box è un vero e proprio scrigno traboccante di meraviglie musicali che vi regaleranno ore di autentica gioia dell’ascolto.

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Tǔk Music antologico, Give me five by foot! (Tǔk Music)
L’etichetta discografica Tǔk Music, fondata e diretta da Paolo Fresu, festeggia i cinque anni di vita con un doppio album antologico che comprende estratti da tutti i dischi pubblicati finora. Bisogna rendere onore a Fresu per aver evitato di mettere sotto contratto solo musicisti cloni di se stesso; l’offerta è molto varia, passando dalle suggestioni classiche del quartetto d’archi Alborada all’organ trio di Bebo Ferra, dalle sperimentazioni vocal/pianistiche di Debora Petrina (a cavallo fra il mondo delle songs e quello di John Cage) alla malinconia del bandoneon di Daniele di Bonaventura, passando per le guasconate divertentissime dei Brass Gang e i suggestivi live electronics di Luca Aquino. Naturalmente il boss dell’etichetta è presente in numerose incarnazioni: con il suo quintetto classico, insieme al pianista Omar Sosa e con lo spettacolare Devil quartet. La qualità tecnica e artistica è uniformemente alta e questo disco è un’ottima occasione per avvicinarsi al mondo fantasioso e sempre gradevole di questi musicisti.

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Fabrizio Bosso, Duke (Verve)
La ricetta è semplice ma efficace: prendete un pugno di capolavori immortali scritti da Duke Ellington, da Caravan a Perdido, da Solitude a Jeep’s Blues, e affidateli al miglior arrangiatore d’Europa, Paolo Silvestri, già autore di formidabili partiture per Enrico Rava e Paolo Fresu. E lui li riscrive per una formazione piccola e compatta, una mini big band dal punch ritmico irresistibile e che produce quintali di swing, e sopra tutto aggiungete la tromba di Fabrizio Bosso, un autentico fuoriclasse. Mescolate vigorosamente il tutto e otterrete il risultato che balza fuori da questo cd fin dal primo ascolto. Divertimento puro, ritmo instancabile (ma la tromba di Bosso incanta anche per la bellezza del suo lirismo nei brani più lenti), e un’ora di musica che scorre via in un attimo lasciandovi con la voglia di ricominciare l’ascolto da capo.

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