15 gennaio 2016 13:16

Tra adescamenti online e ciberbullismo, tutta questa tecnologia rende il mestiere di genitore ancora più difficile. Ma non doveva servirci a vivere meglio?–Carla

La nostra generazione vive nella preoccupazione di essere spiata dal grande fratello digitale, che si ciba della nostra privacy registrando qualunque attività online. Ma i nostri figli fanno i conti con una creatura ancora più temibile: il grande genitore. Nei giorni scorsi una ricerca del Pew research center ha rivelato che il 65 per cento degli statunitensi legge gli sms dei figli adolescenti, il 61 per cento ha controllato almeno una volta la cronologia dei loro browser e, dato assolutamente più inquietante, il 56 per cento è loro amico su Facebook o li segue su Twitter.

Considerato il peso della tecnologia nella vita sociale dei ragazzi, praticamente è come se alla mia epoca mi fossi portato mia madre sulle spalle ogni volta che uscivo con gli amici. Per non parlare della nuova, potentissima arma che si ritrovano in mano i genitori: la punizione digitale. Semplicemente togliendo il telefono al figlio oggi un genitore può privarlo in un solo colpo delle comunicazioni con gli amici, del diario, della musica, dei negozi, del giornale, dei videogame e chissà quant’altro. A chi mi chiede come mettere in guardia i figli dai rischi che la tecnologia comporta per la privacy, consiglierei di raccontargli cosa ha rivelato quel sondaggio americano sui genitori spioni. Probabilmente non esiste argomento più convincente di quello.

Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2016 a pagina 10 di Internazionale, con il titolo “Tecnologia a doppio taglio”. Compra questo numero| Abbonati

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