24 dicembre 2014 14:03

La prima volta che ho visto Paddington è stato su un muro, sotto forma di stencil, accompagnato dalla frase “Migration is not a crime”. Ero convinta che fosse opera di Banksy (ma c’è chi sostiene che non sia da attribuire a lui).

La seconda volta che ho incrociato il suo sguardo mi sorrideva da un enorme cartellone che annunciava l’uscita dell’omonimo film in Belgio.

Poi sono capitata sulla locandina di un incontro sulla detenzione di minori stranieri nei Paesi Bassi, organizzato a Utrecht all’inizio di dicembre.

Alla fine sono risalita all’inizio, ovvero alla versione originale dell’orsetto viaggiatore nato negli anni cinquanta del novecento dalla fantasia di due inglesi, lo scrittore Michael Bond e l’illustratrice Peggy Fortnum.

Paddington è un peloso orfanello peruviano allevato da una zia di nome Lucy. Quando quest’ultima è costretta a trasferirsi in una casa di riposo per anziani orsi, Paddington viene mandato in Inghilterra in cerca di fortuna. Approda a Londra, alla stazione Paddington, ed è lì che la famiglia Brown lo trova, decidendo poi di adottarlo e di ribattezzarlo appunto Paddington Brown.

Le avventure dell’orsetto occupano oltre una ventina di libri, diventati dei classici della letteratura per l’infanzia. E come spesso capita con i classici della letteratura per l’infanzia, offrono molti spunti di riflessione anche agli adulti. Colin Yeo, un avvocato britannico esperto d’immigrazione, ha pubblicato una recensione del film sul suo blog, Free Movement, immaginando di dover difendere l’orsetto davanti a un giudice.

Al suo arrivo, osserva Yeo, Paddington evita deliberatamente i controlli alle frontiere. Tecnicamente è un illegal entrant, “autore di un reato ai sensi dell’articolo 24 dell’Immigration act del 1971”. Yeo prosegue spiegando perché Paddington non riuscirebbe a ottenere un titolo di soggiorno nel Regno Unito e ricordando che i signori Brown rischierebbero fino a quattordici anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione illegale.

Paddington, insomma, potrebbe presto diventare un classico della letteratura di fantascienza, la storia di un bambino libero di lasciare il suo paese in cerca di una vita migliore. Nel mondo reale Paddington è un minorenne come quello intervistato in questo video del New York Times. Fuggito dall’Honduras e arrivato solo negli Stati Uniti, ora studia in una scuola di Oakland in attesa di sapere se verrà espulso o meno.

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