14 dicembre 2015 14:31

Quella delle banche è senz’altro la crisi di fiducia più grave tra Matteo Renzi e i suoi elettori, che alle ultime europee avevano catapultato il Partito democratico sopra la soglia del 40 per cento. È una crisi molto insidiosa perché colpisce il risparmio, settore di primaria importanza che in Italia riguarda un numero altissimo di famiglie.

Una crisi che, pur toccando direttamente il modesto numero di 12.500 correntisti, tra cui 1.010 più esposti, incute paura in milioni di risparmiatori già ansiosi dopo le numerose turbolenze bancarie e quindi disposti a solidarizzare tra loro. Insidiosa infine perché rischia di coinvolgere Maria Elena Boschi il personaggio più immacolato e finora più popolare del governo Renzi.

Saviano con il suo attacco ha oscurato la Leopolda, che è uno dei giocattoli preferiti di Renzi

Di questa crisi ha approfittato con toni alquanto ruvidi Roberto Saviano. Facendo paragoni tra il premier attuale e Silvio Berlusconi lo scrittore ha chiesto le dimissioni della ministra: “Il conflitto di interessi del ministro Boschi è un problema politico enorme, dal quale un esponente di primissimo piano del governo del cambiamento non può sfuggire”. Il padre di Boschi per otto mesi è stato vicepresidente della Banca Etruria, una della quattro coinvolte nel recente scandalo.

Certamente le colpe dei padri non possono ricadere sulle figlie e una richiesta di dimissioni sarebbe legittima solo nel caso di favoritismi del governo nei confronti di Pier Luigi Boschi. Renzi ha reagito in modo furioso, anche perché Saviano con il suo attacco ha oscurato la Leopolda, la kermesse fiorentina che è uno dei suoi giocattoli preferiti.

Inoltre, l’intervento di Saviano (”Parlo all’Italia riformista”) aveva un tono inedito somigliante a un appello elettorale. Renzi ha accusato lo scrittore di sciacallaggio chiarendo che lo scandalo non “riguarda il padre della Boschi, ma il complesso del sistema bancario”. Applauditissima, Boschi ha fatto la sua comparsa alla Leopolda solo venerdì sera e in un’intervista pubblica a tre ragazzi non ha toccato l’argomento.

Renzi ha concluso la sua kermesse con i soliti trionfalismi: “Vinceremo le elezioni con più del 40 per cento. Non abbiamo scheletri nell’armadio. Abbiamo due alleati: il tempo e la verità”.

Un chiarimento necessario

Ma la questione non finirà certo qui. Incalzato dalle opposizioni e dai giornali antirenziani (Libero e Fatto quotidiano in testa) il governo ora dovrà creare un fondo per il risarcimento dei danni e prevedere un arbitrato per eventuali rimborsi, contro il quale i consumatori già annunciano un ricorso al Tar. Deve formare in parlamento una commissione d’inchiesta sul sistema bancario. M5S, Forza Italia e Lega nel frattempo hanno annunciato mozioni di sfiducia contro Boschi. Infine i possessori truffati delle obbligazioni hanno protestato davanti alla Leopolda. Una delegazione è stata ricevuta dal ministro Padoan.

“Non ci sono favoritismi nel governo”, sostiene Renzi. Ma per porre fine a denunce e sospetti sarebbe auspicabile una dichiarazione della ministra Boschi che escluda ogni suo intervento a favore del padre.

E altrettanto utile sarebbe chiarire quanti prestiti della Banca Etruria siano andati alle 14 cooperative agricole che hanno come presidente o consigliere Pier Luigi Boschi, dirigente della Coldiretti in Valdarno. Che da parte sua farebbe bene a chiarire la sua posizione volontariamente e senza ombra di ulteriori dubbi.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it