10 ottobre 2015 11:37

Gli africani moderni discendono in parte da popolazioni euroasiatiche, probabilmente dell’Anatolia o del Vicino Oriente. L’Africa è quindi il continente che è stata la culla dell’umanità, dal quale sono partite le popolazioni che hanno colonizzato il pianeta, ma è anche un continente che successivamente ha accolto una migrazione massiccia. L’indizio di questo flusso di ritorno è stato trovato sugli altopiani meridionali dell’Etiopia.

Nella grotta Mota, posta a 1.963 metri di altezza, è stata trovata la sepoltura di un individuo vissuto circa 4.500 anni fa. Grazie alle basse temperature del sito, molto insolite in Africa, è stato possibile estrarre il dna ancora integro da un osso del cranio. Analizzandolo, Marcos Gallego Llorente e colleghi hanno scoperto che questo dna è diverso da quello degli ari, una popolazione locale moderna. Nel dna di Mota mancano sequenze che sono presenti nel dna degli africani moderni e in quello degli antichi agricoltori del Vicino Oriente, che hanno poi colonizzato l’Europa.

L’idea di una grande migrazione verso l’Africa non è nuova, scrive Science. Il dato genetico infatti coincide con quello archeologico: risalgono a circa tremila anni fa gli indizi di coltivazione nel Corno d’Africa di grano, orzo e lenticchie, colture sviluppate da popoli del Vicino Oriente, dove è stata scoperta l’agricoltura. A sorpresa, il dna euroasiatico è presente anche in Africa occidentale e meridionale, dimostrando il successo delle popolazioni agricole.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it