22 ottobre 2016 14:00

I ricercatori di ExoMars stanno ricostruendo la sequenza di eventi che il 19 ottobre ha portato il lander Schiaparelli a schiantarsi su Marte. Ma si pensa anche alla prossima fase della missione. Mercoledì, infatti, lo stesso giorno della discesa del lander, è entrata nell’orbita marziana la navetta madre, il Trace gas orbiter (Tgo), con i suoi strumenti scientifici.

Il Tgo ha anche trasmesso i dati inviati da Schiaparelli durante la discesa, prima della perdita del contatto. Il lander si è schiantato sulla superficie marziana e probabilmente è esploso. Sembra infatti che il paracadute si sia aperto come previsto, ma che si sia staccato troppo presto. Anche i razzi che dovevano rallentare la discesa avrebbero funzionato per un periodo troppo breve.

I ricercatori pensano che Schiaparelli abbia toccato il suolo a più di 300 chilometri orari, con i serbatoi ancora parzialmente pieni. La sonda della Nasa Mars reconnaissance orbiter ha inviato le immagini del luogo dell’impatto dalle quali è possibile vedere elementi non presenti prima di mercoledì. Lo scopo del lander era sperimentare le tecnologie necessarie alla discesa di un robot su Marte, in programma per il 2020.

La missione ExoMarscontinua con la sonda Tgo. A partire dal prossimo gennaio e per tutto il 2017 una serie di manovre porteranno la sonda nell’orbita desiderata. A quel punto, nel marzo del 2018, potrà cominciare la campagna scientifica di raccolta dati sull’atmosfera del pianeta rosso e sulla ricerca di vita.

ExoMars è una collaborazione tra l’Esa, l’agenzia spaziale europea, e Roscosmos, l’agenzia spaziale russa.

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