Erano stati fatti prigionieri nel nord del paese dal gruppo Stato islamico, sono stati rilasciati a Kirkuk. Le milizie curde li hanno soccorsi: si tratta soprattutto di anziani e malati
Circa 350 persone appartenenti alla comunità yazida, a Kirkuk, del nord dell’Iraq, il 18 gennaio sono stati liberati dal gruppo terroristico dello Stato islamico che li aveva tenuti prigionieri per sei mesi. Il ritorno alla vita quotidiana a Mosul non è facile. Leggi
Il gruppo Stato islamico ha liberato circa duecento persone appartenenti alla comunità yazida, a Kirkuk, del nord dell’Iraq, tra loro sei bambini. I prigionieri sono stati consegnati ai peshmerga curdi. Secondo l’attivista Khodr Domli erano prigionieri a Mosul, roccaforte dei jihadisti: “Alcuni sono feriti, alcuni sono disabili e molti soffrono di problemi psicologici e mentali”. Sono stati ricoverati in un ospedale. Non si conoscono le ragioni del rilascio dei prigionieri. Afp
La campagna dei militanti dello Stato islamico contro la minoranza religiosa degli yazidi in Iraq potrebbe essere un tentato genocidio, ha detto Ivan Šimonović, segretario generale aggiunto per i diritti umani dell’Onu.
L’avanzata del gruppo estremista sui monti Sinjar, nell’Iraq nordoccidentale, sta stringendo d’assedio migliaia di yazidi, che hanno chiesto l’aiuto degli Stati Uniti per evitare un massacro.
Gli jihadisti hanno attaccato la zona di Sinjar già ad agosto e hanno lanciato una nuova offensiva all’alba del 20 ottobre. Migliaia di yazidi sono stati uccisi, ridotti in schiavitù o costretti a convertirsi dai militanti dello Stato islamico. Reuters
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