L’esercito blocca l’accesso alle sede del Partito socialista senza frontiere (Psf) a N’Djamena, il 29 febbraio 2024. (AFP)

Yaya Dillo, cugino e principale oppositore di Mahamat Idriss Déby Itno, presidente del consiglio militare di transizione del Ciad, è stato ucciso il 28 febbraio in un attacco condotto dall’esercito contro la sede della sua formazione, il Partito socialista senza frontiere (Psf), ha dichiarato il portavoce del governo all’Afp.

“Ci sono alcune vittime, tra cui Yaya Dillo”, aveva affermato in precedenza la procura della capitale N’Djamena, senza fornire ulteriori dettagli.

“Dillo è morto nella sede del suo partito”, ha precisato Abderaman Koulamallah, portavoce del governo e ministro delle comunicazioni. “Non ha voluto arrendersi e ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza”.

Il governo aveva accusato Dillo di essere responsabile di un attacco condotto la sera del 27 febbraio contro la sede dell’Agenzia nazionale per la sicurezza, il potente servizio d’intelligence interno, nel quale erano morte “molte persone”. Secondo le autorità, l’attacco era stato lanciato dopo l’arresto di un esponente del Psf accusato di “aver cercato di assassinare il presidente della corte suprema”.

Intervistato dall’Afp poche ore prima della morte, Dillo aveva definito una “messa in scena” le accuse relative a un piano per uccidere il magistrato. Secondo lui, si trattava di un complotto per impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali.

“Dinastia Déby”

Il 26 febbraio il governo aveva annunciato che il primo turno delle presidenziali si svolgerà il 6 maggio. Déby non ha mai fatto mistero di volersi candidare.

Déby, 37 anni, è stato proclamato dall’esercito presidente della transizione il 20 aprile 2021 e guida una giunta militare composta da quindici generali, da quando il padre Idriss Déby Itno, presidente dal 1990, è stato ucciso dai ribelli al fronte.

Poco dopo la morte del padre, Déby aveva promesso di restituire il potere ai civili entro diciotto mesi, una scadenza che poi è stata posticipata di quasi due anni.

L’opposizione teme il perpetuarsi di una “dinastia Déby” nel paese africano, che secondo le Nazioni Unite è il secondo meno sviluppato del mondo.