31 gennaio 2017 10:29

“Dopo la rivoluzione egiziana le nostre canzoni erano molto positive, avevamo grandi speranze per il futuro. Poi abbiamo cominciato a pensare che i nostri sogni fossero un po’ ingenui”, dice il bassista della band egiziana Cairokee Adam el-Alfy, dopo essersi esibito al Världskulturmuseet di Göteborg, in Svezia.

Pochi giorni prima delle proteste di piazza Tahrir del 2011, i Cairokee scrivono la canzone Sout el horeya (La voce della libertà), che sarà poi considerata l’inno della rivoluzione egiziana. La band del Cairo si è trasformata in poco tempo in un fenomeno di massa e da allora è in tour in tutto il mondo per denunciare le violazioni dei diritti umani del regime di Abdel Fattah al Sisi.

Il video è di Joshua Evangelista, responsabile editoriale di Frontierenews. Ha collaborato con Sky TG24 e scritto di diritti umani e migrazioni per diverse testate giornalistiche. È coautore dei documentari Makhmur, sul Kurdistan iracheno, e Ce chiamano Romani, sul rapporto tra la diaspora etiope in Italia e il calcio.

Guarda il video di Joshua Evangelista Un’orchestra di rifugiati porta la musica siriana in Europa.