Al Khor, Qatar (S. Georges, The Washington Post/Getty Images)

In seguito alla crisi diplomatica del 2017, quando fu accusato di finanziare il terrorismo, il Qatar si è trovato all’improvviso isolato nel golfo Persico. Il paese con cui confina, l’Arabia Saudita, ha chiuso le sue frontiere rendendo molto difficili le importazioni. “All’epoca”, scrive la Neue Zürcher Zeitung, “temendo di restare senza provviste alimentari, molti qatarioti svuotarono gli scaffali dei supermercati. In realtà la crisi non è stata così grave, ma visto che ci sono ancora tensioni con i vicini, il piccolo paese mediorientale ha capito che doveva trovare una soluzione con cui garantirsi più indipendenza”. Un ruolo importante è stato svolto dalla Baladna, la principale azienda agricola qatariota. Nel 2018 ha realizzato un ponte aereo grazie al quale ha fatto arrivare migliaia di mucche dagli Stati Uniti. “Oggi la Baladna alleva nelle sue fattorie in pieno deserto più di ventimila mucche, con cui riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale di latte fresco praticamente da sola, visto che l’86 per cento del mercato è nelle sue mani”. Oggi l’azienda vale circa 838 milioni di dollari e vuole esportare il suo modello all’estero, soprattutto in paesi dove la produzione di latte non è molto sviluppata. Il suo nuovo amministratore delegato, l’olandese Piet Hilarides, punta sulla Malaysia e sull’Ucraina, con cui ha già concluso degli accordi ufficiali. Nel paese dell’Europa orientale, in particolare, la Baladna vuole avviare un’azienda in grado di allevare diecimila mucche che, come nel caso del Qatar, arriveranno dall’estero. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati