Le parole che aiutano i suprematisti bianchi

◆ Ho apprezzato molto l’opinione del giornalista Patrick Gathara su Internazionale 1430. Finalmente un articolo che denuncia le ipocrisie dei mezzi d’informazione occidentali quando parlano della Cina, a prescindere dalle questioni che trattano. Quel tono giudicante e moralista, che sottintende sempre quanto gli occidentali siano meglio, contribuisce a fomentare e normalizzare il razzismo. È venuta l’ora di affrontare anche questo problema.

Silvia Marchesi

Il tragico realismo di una serie tv sudcoreana

◆ L’articolo sulla serie tv coreana Squid game (Internazionale 1431) è affascinante per le riflessioni che porta a fare. Il fatto che questa serie tv o che film come Parasite (anch’esso coreano, vincitore di un premio Oscar) abbiano avuto un successo così dilagante, in Asia e poi in tutto il mondo, deriva dal fatto che sempre di più le persone s’immedesimano nei problemi della disuguaglianza economico-sociale e dell’indebitamento. È impressionante, e rappresenta un campanello d’allarme sul malessere di certe fasce di popolazione.
Daniele Pistoria

◆ Penso che il motivo per cui Squid game abbia riscosso e stia riscuotendo un successo mondiale non sia riconducibile esclusivamente alla critica che rivolge all’economia. Se si sostenesse questo, si ridurrebbe la complessità della situazione a una lettura troppo semplice, lasciando in ombra tutta quella serie di piani che compongono la vita delle persone. L’articolo di Lee Kang-kook interpreta la serie in un modo che considero miope, perché tralascia gli altri aspetti della questione. Ovvio, la scintilla che scatena la crisi, annichilendo le persone, è la condizione economica e lavorativa. Tuttavia, quello che emerge dalla serie è la disperazione sociale che si allunga come un’ombra su tutti: l’individualismo, l’indifferenza, la competizione estrema, l’egoismo, la solitudine sono i fattori che hanno disarticolato le relazioni sociali, vale a dire quelle connessioni che danno senso all’esistenza. Ecco, Squid game sbatte sullo schermo il fallimento di una società che non solo economicamente ma soprattutto socialmente ha visto andare in pezzi valori, rituali, ideologie.
Davide Russo

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Questo articolo è uscito sul numero 1432 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati