Gli Stati Uniti sono da tempo uno dei paesi industrializzati con il più alto livello di povertà infantile. Questa situazione si spiega con il fatto che il welfare statunitense non aiuta abbastanza le famiglie delle fasce sociali più povere. Per questo c’era molto ottimismo quando, a marzo del 2021, il presidente Joe Biden ha firmato una legge approvata dal congresso che prevedeva pagamenti mensili per sessanta milioni di famiglie (circa trecento dollari per ogni figlio). Combinata con altri provvedimenti di sostegno alle famiglie introdotti durante la pandemia, la misura ha avuto un impatto notevole: nell’estate del 2021 la povertà infantile è passata dal 16 al 12 per cento nel giro di un mese; in sei mesi quasi quattro milioni di bambine e bambini sono usciti dalla soglia di povertà. “Ma alla fine del 2021 quei sostegni sono scaduti e non sono stati rinnovati, e a febbraio del 2022 la percentuale di bambini sotto la soglia di povertà era tornata al 16 per cento”, scrive FiveThirtyEight. L’amministrazione Biden ha proposto di inserire i sostegni alle famiglie in una più ampia riforma del welfare, ma il piano è stato bocciato dai senatori moderati del Partito democratico, a cominciare da Joe Manchin.

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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati