La violenza in Colombia sembra l’unico argomento che uno scrittore colombiano può trattare. La differenza sta nella forma letteraria: ci sono romanzi che tracciano le origini della violenza nella storia colombiana, libri che enfatizzano il folclore dei sicari e il mondo del crimine e poi ci sono opere come quella di Gamboa, che usa il giallo per mostrare la realtà della Colombia, senza cadere nella crudezza del realismo. La causa scatenante è uno scontro brutale a cui assiste un bambino su una strada sperduta e di cui nessuno sa nulla dopo. Una soffiata anonima all’ufficio del procuratore mette in moto la trama. Grazie alle inchieste della giornalista Julieta Lezama e della sua assistente Johana, ex guerrigliera delle Farc, il procuratore apre un’indagine urgente per trovare coloro che hanno preso parte allo scontro. Scritto con un ritmo incalzante e con stile semplice, è un romanzo con una trama ben strutturata e dei personaggi credibili, tra l’altro perché la storia è ancorata nella realtà della Colombia. Una realtà in cui ci sono eredità della guerriglia, del traffico di droga e altri problemi, e poi chiese evangeliche, miniere illegali e, sempre presente, la violenza.
Diego Gándara, La Razón

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati