L’uomo indagato per l’omicidio dell’ex primo ministro giapponese Shinzō Abe ha detto di aver agito spinto dall’odio per la Chiesa dell’unificazione. Da allora i rapporti tra questa organizzazione, fondata in Corea del Sud negli anni cinquanta dal reverendo Sun Myung Moon, e il Partito liberaldemocratico giapponese (Pld), di cui Abe era un esponente ancora molto potente, stanno diventando più chiari.

Le interviste a parlamentari ed ex parlamentari del Pld e a persone vicine alla Chiesa dell’unificazione, oggi chiamata Federazione delle famiglie per l’unità e la pace nel mondo, rivelano che le relazioni tra il partito e l’organizzazione vanno avanti da più di mezzo secolo. Tra le persone coinvolte ci sono alcuni dei principali leader del partito che governa il Giappone quasi ininterrottamente dal dopoguerra, tra cui Nobusuke Kishi, primo ministro tra il 1957 e il 1960; Shintarō Abe, ministro degli esteri negli anni ottanta; e Shinzō Abe, il primo ministro giapponese rimasto in carica più a lungo. Kishi e Shintarō Abe erano rispettivamente il nonno e il padre dell’ex premier ucciso a luglio.

Secondo le fonti intervistate, la Chiesa dell’unificazione, anticomunista, è particolarmente vicina a una corrente di destra del Pld, nota come Seiwakai, guidata alla fine degli anni ottanta da Shintarō Abe e, per un breve periodo fino alla sua morte, anche dal figlio Shinzō. Sembra che organizzazioni affiliate alla Chiesa dell’unificazione abbiano sostenuto i candidati del Pld nelle campagne elettorali, ricambiate dai leader del partito.

La Chiesa dell’unificazione fu fondata dal reverendo sudcoreano Moon a Seoul nel 1954, l’anno successivo al cessate il fuoco che pose fine alle ostilità nella guerra di Corea. I suoi iniziali tentativi di diffusione in Giappone risalgono a quattro anni dopo, quando non aveva ancora ottenuto lo status di organizzazione religiosa non profit (luglio 1964). Il suo primo leader in Giappone fu Osami Kuboki, che era stato segretario del presidente di un gruppo buddista. Nel novembre 1964 la sede dell’organizzazione fu trasferita nel quartiere di Shibuya, a Tokyo. Come si legge nel libro La storia del movimento di unificazione in Giappone, scritto da persone legate all’organizzazione, la sede si trovava accanto alla casa dell’ex primo ministro Kishi ed era ospitata nell’edificio usato come residenza ufficiale del premier quando era al governo.

L’amicizia di Kishi

La Chiesa dell’unificazione tiene molto ai valori tradizionali della famiglia e alla castità. Nel 1968, in Corea del Sud e in Giappone, fu fondata un’organizzazione legata alla Chiesa dell’unificazione e chiamata Kokusai shokyō rengō (Federazione internazionale per la vittoria sul comunismo). Il presidente onorario in Giappone era Ryōichi Sasakawa, leader della Fondazione dell’industria cantieristica giapponese, che prima della seconda guerra mondiale era stato un politico di destra. Nobusuke Kishi, che era vicino a Sasakawa anche perché erano stati entrambi detenuti come criminali di guerra dopo la fine del conflitto, sostenne il movimento anticomunista. Negli anni settanta l’ex primo ministro frequentava spesso gli eventi della Chiesa e delle organizzazioni vicine.

Negli anni settanta l’ex primo ministro frequentava spesso gli eventi della chiesa

Sul rapporto storico tra la chiesa dell’unificazione e il Pld, una persona legata all’organizzazione ha detto che “la Chiesa svolge attività anticomuniste e fin dall’epoca del primo ministro Kishi siamo particolarmente vicini alla Seiwakai”, spiegando così l’importanza che l’organizzazione dà al suo rapporto con l’ala più di destra del Pld. La Seiwakai, poi nota anche come “fazione Abe”, era guidata dall’ex premier Shinzō Abe quando è stato assassinato.

Di padre in figlio

Nobusuke Kishi morì a novant’anni nell’agosto 1987. Due mesi dopo, il figlio, Shintarō Abe, che era a capo della Seiwakai, diventò segretario generale del Pld. Secondo molti ex parlamentari del Pld che ricordano bene quel periodo, Shintarō Abe aveva ereditato i legami con la Chiesa dell’unificazione nati negli anni di governo del padre.

Nel 1988 Abe partecipò come ospite alla festa di capodanno della Shokyō rengō e all’epoca l’Asahi Shimbun riferì che durante l’evento Abe aveva “espresso gratitudine per il sostegno materiale e psicologico della Shokyō rengō nelle campagne elettorali e nelle attività del Pld”.

Negli anni ottanta la Shokyō rengō estese la sua rete di organizzazioni locali in tutto il Giappone cercando sostegno per la promulgazione della legge sulla protezione dei segreti di stato, comunemente nota come legge per la prevenzione dello spionaggio, a cui puntavano Kishi e altri esponenti del Pld. L’organizzazione si vantava di essere riuscita a portare in parlamento la maggior parte dei 150 candidati che aveva sostenuto alle elezioni della camera bassa e della camera alta che si erano tenute il 6 luglio 1986. Quei candidati appartenevano principalmente al Pld e al Partito socialista democratico (anticomunista), che ora non esiste più.

Secondo un ex parlamentare che faceva parte della Seiwakai, dopo la sua elezione a segretario generale del Pld, Shintarō Abe incoraggiò i giovani parlamentari del partito ad accettare il sostegno della Chiesa dell’unificazione. Abe era tra i potenziali futuri primi ministri e, anche se fu sconfitto nella lotta per succedere a Yasuhiro Nakasone, che si dimise da primo ministro nel 1987, sperava prima o poi di ricoprire la massima carica di governo. “Abe stava cercando di allargare la sua corrente e la Chiesa dell’unificazione è riuscita a far breccia nel suo gruppo approfittando delle sue ambizioni”, spiega l’ex deputato.

Da sapere
Lo scandalo costa caro a Kishida

La Chiesa dell’unificazione fu fondata nel 1954 dal coreano Sun Myung Moon, un fervente anticomunista che nel tempo strinse legami con vari politici conservatori in molti paesi e che diceva di aver avuto a 15 anni una visione di Gesù che gli chiedeva di finire la sua missione sulla Terra e creare uno stato di purezza per l’umanità. Negli anni ottanta la setta contava tre milioni di seguaci, ma anche molti detrattori che l’accusavano di sottoporre gli adepti al “lavaggio del cervello” e a tecniche manipolative per spillargli denaro. Tetsuya Yamagami, l’uomo che l’8 luglio ha sparato all’ex primo ministro Shinzō Abe, uccidendolo, ha spiegato il suo gesto con l’odio verso la setta, che avrebbe ridotto sul lastrico la madre. Yamagami aveva visto su internet un videomessaggio di Abe proiettato durante un evento organizzato nel 2021 da un gruppo legato alla setta. “I legami tra i parlamentari del Partito liberaldemocratico (Pld) e la Chiesa sono una questione politica urgente in vista della sessione straordinaria dell’assemblea legislativa in autunno”, scrive il Mainichi Shimbun. Nel tentativo di placare le critiche, il 10 agosto il primo ministro Fumio Kishida ha sostituito sette ministri che nel frattempo avevano ammesso legami con la setta di Moon. Il rimpasto, a quanto pare, non è bastato. Secondo un sondaggio dell’agenzia di stampa Jiji, il 77 per cento degli intervistati ritiene necessario fare luce sui rapporti tra il partito di governo e la setta. Inoltre il 47 per cento è contrario all’idea di celebrare i funerali di stato di Abe, in programma il 27 settembre. Il consenso per il primo ministro Kishida è sceso in un mese dal 52 al 36 per cento, si legge sul Mainichi Shimbun, che in un editoriale scrive: “Il Pld non può pensare di cavarsela senza un’indagine approfondita sui suoi esponenti”. La setta raccoglieva voti per i politici in cambio del loro sostegno, partecipando ai loro eventi e garantendone la credibilità. Gli avvocati delle persone raggirate dalla setta chiedono un’indagine parlamentare. ◆


Giudizi positivi

I rapporti tra il partito e la Chiesa dell’unificazione proseguirono anche dopo la morte di Shintarō Abe, nel 1991, e negli ultimi vent’anni l’organizzazione ha dato molto rilievo al suo legame con Shinzō Abe, uomo centrale del Pld. Una persona legata alla Chiesa dell’unificazione ha spiegato all’Asahi Shimbun che i contatti dell’organizzazione con l’ex primo ministro assassinato avvenivano attraverso alti funzionari della Federation of world peace, un’altra organizzazione affiliata alla chiesa di Moon. Secondo la fonte, la chiesa ha sostenuto i candidati della corrente di Abe e li ha aiutati a ottenere seggi alle ultime tre elezioni della camera alta (tra questi, Yoshiyuki Inoue, collaboratore di Abe quand’era primo ministro, eletto alla camera alta lo scorso luglio).

Dopo l’assassinio di Abe, si è scoperto che un gran numero di parlamentari del Pld ha legami con la Chiesa dell’unificazione o con le sue affiliate.

Lo scorso giugno un gruppo di parlamentari legati a un’organizzazione vicina alla chiesa si è riunito nell’edificio in cui ha sede il parlamento. L’elenco delle persone proposte per la dirigenza del gruppo, su cui è stato espresso il voto durante l’assemblea generale, comprendeva una trentina di rappresentanti del Partito liberaldemocratico appartenenti alla Seiwakai e alle correnti guidate dal vicepresidente del Pld Taro Aso e dall’attuale primo ministro Fumio Kishida. Tuttavia, molti esponenti del Pld hanno confermato che ad avere un profondo rapporto con la chiesa di Moon erano la Seiwakai e il suo leader, Abe. “Storicamente una buona accoppiata”, secondo una persona legata al Pld.

Un’altra persona vicina al partito, esperta di questioni elettorali, ha spiegato che “era la Seiwakai, non il partito, a decidere come sarebbero stati distribuiti i voti arrivati grazie alla Chiesa dell’unificazione”. Un ex parlamentare che apparteneva alla Seiwakai conferma che “la Chiesa dell’unificazione si è avvicinata a Shinzō Abe per cercare protezione politica”.

Nel 2018 Sekai Shiso, una rivista pubblicata dalla Shokyō rengō, dedicò la copertina del numero di giugno a Shinzō Abe e a una valutazione del suo governo nel quadro della storia politica del dopoguerra. L’articolo attribuiva i giudizi più positivi agli esecutivi di Shigeru Yoshida (primo ministro dal 1946 al 1947, grande sostenitore dell’alleanza con gli Stati Uniti in funzione anticomunista), Nobusuke Kishi, Yasuhiro Nakasone e Shinzō Abe. ◆ ab

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Questo articolo è uscito sul numero 1475 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati