“La morte della regina Elisabetta segna la fine di un’epoca per il Canada”, scrive su The Conversation Thomas Klassen, docente di politiche pubbliche alla York University di Toronto. La regina fu testimone di una serie di eventi che hanno trasformato il paese, dall’espansione dell’assistenza sociale negli anni sessanta ai referendum in Québec nel 1980 e nel 1995, passando per gli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti. Nel 1982 firmò il provvedimento che mise fine al ruolo del parlamento britannico negli affari del Canada. “Durante il suo regno il paese è diventato molto meno anglofono e anglofilo. Quando Elisabetta salì al trono, nel 1952, quasi la metà dei canadesi aveva origini britanniche. La percentuale è scesa a un terzo nel 2016 e continua a diminuire”. Negli ultimi tempi Elisabetta II era una figura apprezzata ma irrilevante nella vita dei canadesi. Secondo un sondaggio del 2020, otto canadesi su dieci pensavano che fosse una buona sovrana. Ma la metà della popolazione concordava sul fatto che, alla fine del suo regno, il paese dovesse interrompere i legami formali con la monarchia. “Per il momento, comunque, nessun partito sembra interessato a portare avanti il processo costituzionale che servirebbe per tagliare questi legami”, spiega il Toronto Star.

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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati