Il produttore tunisino e compositore di colonne sonore Ghoula, il cui vero nome è Wael Jegham, sta per tornare a sette anni dall’uscita del suo album di debutto. Il suo secondo disco uscirà il 10 febbraio e s’intitola Demi-écrémé, che significa “parzialmente scremato” in francese. L’album racchiude diversi elementi distintivi della musica di Ghoula, dall’uso raffinato dei campionamenti agli omaggi alle sue radici nordafricane. Ghoula, che oggi vive a Parigi, ha già pubblicato tre singoli del disco (Zinek, Jougar e Bambara), costruiti su un intreccio di elettro-pop , techno, breakbeat e musica dance e arricchiti da campionamenti presi dalla collezione di vinili messa insieme da Jegham nel corso dei suoi viaggi in Nordafrica. “Mi piace lavorare con i campionamenti perché posso isolare una voce dal suo retroterra e teletrasportarla verso un nuovo orizzonte. Cerco di non travisarne mai l’essenza, anzi. Cerco di rispettare l’intenzione del compositore, per trasmettere la sua visione e rispettare l’opera originale. Mentre sto campionando un vecchio vinile, mi faccio sempre la stessa domanda: fino a che punto posso spingermi con questa materia prima, questa melodia, questo ritmo? Questo è il mio modo di preservare il ricco patrimonio della mia terra, rendendolo allo stesso tempo contemporaneo”, racconta il musicista. Il nome Ghoula viene dalla parola ghul, che nella cultura araba preislamica indicava un essere simile a un demone. Yassine Hariss, Mille

Ghoula (dr)

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati