Nella capitale indiana ci sono state proteste dopo che il 26 gennaio la polizia federale ha arrestato Manish Sisodia, il vice governatore di New Delhi, per presunte irregolarità nel rilascio di licenze per la vendita di alcolici. Le accuse sono state subito negate da Sisodia, e l’Aam aadmi party, il partito che governa il territorio della capitale ma è all’opposizione nel parlamento nazionale, ha parlato di arresto politico, paragonando l’episodio a quelli degli “anni dell’emergenza”, quando tra il 1975 e il 1977 la prima ministra Indira Gandhi sospese le libertà politiche nel paese, scrive The Hindu. Pochi giorni prima la stessa sorte di Sisodia era toccata a Pawan Khera. Il portavoce del partito del Congress, accusato di aver offeso il premier indiano Narendra Modi, è stato fermato mentre era diretto a Raipur per un incontro politico. Durante una conferenza stampa Khera aveva chiamato il capo del governo “Narendra Gautamandas Modi”, alludendo alla sua vicinanza al miliardario Gautam Adani e allo scarso impegno di New Delhi per far luce sulle responsabilità dell’imprenditore nel recente tracollo finanziario del suo gruppo industriale. “Non è facile stare all’opposizione nell’India di oggi”, commenta Scroll.in. “Usare le agenzie federali controllate dal partito di Modi per reprimere il dissenso è ormai una prassi”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati