Le elezioni anticipate del 2 aprile, le quinte in due anni, non hanno risolto la crisi politica bulgara. Ancora una volta dalle urne non è uscito un chiaro vincitore. L’allenza di centrodestra di Bojko Borisov (nella foto), leader del partito Gerb e premier quasi ininterrottamente dal 2009 al 2021, ha ottenuto il 26,5 per cento dei voti, due punti in più rispetto alla coalizione liberal-riformista dell’ex primo ministro Kiril Petkov, leader di Continuiamo il cambiamento (Pp). Terza la formazione di estrema destra e filorussa Rinascita, con il 14 per cento. Ora è prevedibile un lungo negoziato tra le prime due forze, mentre a breve termine è probabile la nascita di un governo tecnico. Secondo Trud l’unica soluzione è una grande coalizione tra Gerb e Pp: “I partiti devono mettere da parte l’egoismo. Gli elettori vogliono un esecutivo che abbia un ampio sostegno, tra i cittadini e in parlamento”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati