Il 24 aprile 2013 ci fu il più grave disastro industriale nella storia del Bangladesh. Il Rana Plaza, un edificio di otto piani a Savar, nella periferia di Dhaka, che ospitava laboratori tessili in cui si producevano capi d’abbigliamento per molti marchi occidentali, crollò uccidendo 1.138 persone, in gran parte donne, e ferendone 2.500. Dieci anni dopo, la sicurezza delle fabbriche è migliorata, dice la campagna Abiti puliti, ma i salari rimangono troppo bassi e i lavoratori non sono liberi di organizzarsi. L’8 aprile, scrive il Daily Star, le superstiti del disastro sono scese in piazza chiedendo indennizzi a vita, strutture mediche dove curarsi e il massimo della pena per i responsabili.

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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati