Foto di Jakub Porzycki, Anadolu Agency/Getty

Il 4 giugno a Varsavia centinaia di migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione contro il governo guidato dal partito Diritto e giustizia (Pis, destra). All’evento, organizzato dall’opposizione, era presente anche l’ex presidente Lech Walesa. Secondo Rzeczpospolita questa partecipazione da record è dovuta soprattutto alle polemiche suscitate da una legge che istituisce una commissione d’inchiesta sulle ingerenze russe nella politica polacca, con il potere d’impo rre l’interdizione dai pubblici uffici fino a dieci anni: molti temono che il governo possa usare la norma per colpire esponenti dell’opposizione in vista delle elezioni che si terranno in autunno. In seguito alle critiche espresse dalla Commissione europea, il presidente Andrzej Duda ha proposto un emendamento per rimuovere questo potere. Il 5 giugno, però, la tensione tra Bruxelles e Varsavia è stata riaccesa da una sentenza della Corte di giustizia europea, secondo cui la r iforma della giustizia approvata dal governo polacco nel 2020 viola i princìpi dell’Unione, perché non garantisce l’indipendenza della magistratura. Il ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro ha accusando la corte di essere corrotta e ha dichiarato che non rispetterà la sentenza, lasciando presagire un nuovo scontro con la Commissione europea.

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati