Quando aveva tra quaranta e cinquant’anni, un signore olandese che i ricercatori chiamano Mah ha avuto un ictus, che per fortuna non gli ha lasciato danni permanenti. Eppure era in difficoltà ogni volta che, durante i test cognitivi, i medici gli facevano domande sui colori. L’ictus non c’entrava niente, diceva lui. Era privo di senso dei colori dalla nascita.

I medici hanno stabilito che Mah non aveva problemi a vedere i colori. Ha superato con facilità il test per la discromatopsia rosso-verde, trovando i numeri nascosti nei pallini colorati, e ha messo sfumature simili nell’ordine giusto. Ma non era in grado di distinguere tra pedine rosse, verdi, blu, gialle e arancioni. Non riusciva a immaginare il colore della sua auto. E non trovava strano un disegno in cui c’erano delle fragole azzurre.

Mah ha un disturbo raro chiamato agnosia per i colori. “Non è un problema di percezione. Non è acromatopsia”, spiega J. P. H. Burbach, neuroscienziato dello University medical center Utrecht, nei Paesi Bassi. Mah non riesce a “capire i colori”. Questo tipo di agnosia può verificarsi in seguito a danni alle regioni del cervello deputate alla vista, di solito causati da un ictus. Lui, però, soffriva di agnosia da prima dell’ictus. Proprio come la madre e la figlia maggiore, ha raccontato. Era il primo caso documentato di agnosia per i colori trasmesso in una famiglia.

Per anni Burbach e i suoi colleghi hanno cercato, senza successo, di rintracciare altre famiglie con l’agnosia per i colori evolutiva, diversa da quella causata da una lesione. Sicuramente ci sono altre persone come Mah, dice Burbach, ma forse non se ne rendono conto. Per accorgersene dovrebbero avere un medico scrupoloso che gli fa domande dettagliate sui colori dopo un ictus.

Mah ha imparato a convivere con il suo deficit. Per esempio, ha memorizzato che il cellulare ha un tasto rosso e uno verde, che poi confronta con le cartelle della posta elettronica del lavoro, rosso (urgente) e verde (non urgente), racconta Tanja C. W. Nijboer, psicologa sperimentale dell’università di Utrecht. È diventato anche bravo a distinguere luminosità diverse, ottenendo risultati migliori della media nei test. Ma i colori di luminosità simile lo confondono: quelli chiari gli sembrano sempre giallo o rosa e quelli scuri blu o rosso.

Concetti sconosciuti

L’agnosia per i colori è diversa da altri disturbi con sintomi simili. Non è la classica discromatopsia rosso-verde, causata da alterazioni dei fotorecettori. Non è neanche acromatopsia cerebrale, una forma di discromatopsia in cui il mondo appare grigio perché una regione del cervello non è in grado di elaborare i colori; né anomia per i colori, un problema linguistico che impedisce a chi ne soffre di nominare i colori, ma non d’indicare quelli nominati da altri. L’agnosia sembra essere l’incapacità di collegare l’input visivo al concetto di “rosso” o “verde” nel cervello. Chi ha questo disturbo, quindi, non ha problemi a percepire il rosso e il verde ma “ha perso il concetto di colore”, dice Marlene Behrmann, scienziata della vista dell’università di Pittsburgh, negli Stati Uniti.

La grande maggioranza delle persone associa una banana al colore giallo in modo automatico e inconscio. Ma tradurre la luce percepita in segnali cerebrali e in parole richiede vari passaggi: in caso di anomalie si possono manifestare discromatopsia, agnosia o anomia. “Studiare questi casi rari ci aiuta a capire come avviene l’elaborazione visiva”, spiega Jennifer Steeves, neuroscienziata cognitiva dell’università di York, in Canada.

I ricercatori olandesi sperano di trovare altre famiglie con agnosia per i colori evolutiva in modo da individuare una mutazione genetica comune. È improbabile che questo gene incida solo sul riconoscimento dei colori, dice Burbach. Potrebbe influenzare lo sviluppo del cervello ostacolando la capacità di riconoscere i colori e causando altri effetti cognitivi, che il team vorrebbe studiare.

Le fragole nell’immagine ti sembrano strane? Se la risposta è no, forse dovresti contattare Burbach. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati