Un paio d’anni fa io e mio marito abbiamo fatto una scelta coraggiosa trasferendoci a centinaia di chilometri di distanza dalla città in cui siamo nati e cresciuti. La spinta è arrivata da un lavoro che prometteva una vita migliore per noi e i nostri figli, e dalla necessità di rompere con vecchie ed estenuanti dinamiche familiari. Genitori, sorelle e fratelli vivono ancora nella nostra città d’origine, intrappolati in decenni di dipendenza reciproca e disfunzionale.

Ecco la mia domanda: abbiamo l’obbligo morale di tornare a casa dei miei genitori per le feste? Amiamo la vita che ci siamo costruiti qui, e viaggiare è particolarmente difficile con i nostri figli in età scolare e neurodivergenti. Abbiamo fatto questo viaggio per le feste i primi due anni dopo il trasferimento, ma quest’anno non ce la sentiamo. Con lavori a tempo pieno e bambini piccoli, la logistica è estremamente problematica.

A complicare le cose c’è il fatto che i nostri figli sono gli unici nipoti dei miei genitori, la nostra partenza è stata devastante per mia madre. Viaggiare è fisicamente ed economicamente difficile per i miei anziani genitori, che per di più ancora sostengono gli altri figli adulti, e con ogni probabilità dovrebbero pagare per tutti se venissero qui (per quello che vale, torniamo nella nostra città ogni estate, e alcuni familiari vengono a trovarci durante l’anno).

Il tempo che trascorriamo con la famiglia allargata non è particolarmente riposante o piacevole per noi, e abbiamo modi migliori di impiegare le nostre poche vacanze. Abbiamo il dovere di portare i bambini “a casa” per le feste?–Lettera firmata

Hai sicuramente dei doveri morali nei confronti dei tuoi genitori. Ma questi obblighi sono limitati dalla fattibilità, dalla ragionevolezza e dagli interessi del tuo nucleo familiare. Non avete il dovere di organizzare una riunione natalizia ogni anno a scapito del benessere della vostra famiglia. L’amore e la lealtà possono richiedere che si faccia spazio ai bisogni degli altri, non esigono un sacrificio infinito e non prevalgono sul benessere tuo e dei tuoi figli.

Insomma, la tua argomentazione è convincente. I vostri figli hanno già un rapporto reale con i parenti grazie alle visite estive e ai viaggi in altre occasioni. Va detto poi che la trasferta natalizia è particolarmente gravosa per voi, soprattutto considerando le necessità dei bambini e gli impegni di lavoro. E anche se il dispiacere di tua madre va considerato seriamente, non è un asso piglia tutto. Quei “doveri morali” valgono in entrambe le direzioni: anche i genitori dovrebbero evitare di fare pressioni ricorrenti ed eccessive sui figli adulti, soprattutto quando esistono altri modi praticabili per stare insieme.

Puoi dire ai tuoi genitori che sapete quanto siano importanti le feste per loro, e che sentirete la loro mancanza, ma che quest’anno non vi sposterete. Concentrati sul punto essenziale: le difficoltà pratiche. E offri delle alternative: una permanenza estiva più lunga, una visita a gennaio o in primavera, una videochiamata speciale per scambiarvi i regali o l’inizio di una nuova tradizione da voi se possono venire quando viaggiare è più semplice ed economico.

Restando a casa questo Natale sceglierete una forma di vita familiare per voi più sostenibile, mostrando attenzione per i genitori senza gravare sui figli o sulla vostra salute mentale.

(Traduzione di Gigi Cavallo)

Il consulente etico è una rubrica del New York Times Magazine su come comportarsi di fronte a un dilemma morale. Qui ci sono tutte le puntate.

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