All’inizio di gennaio nello stato indiano dell’Haryana si sono aperte le selezioni per operai da inviare in Israele. I candidati erano migliaia, scrive Nikkei Asia. I timori per la guerra in corso tra Israele e Hamas evidentemente sono superati da considerazioni più pratiche, come trovare il modo di mantenere le famiglie. Israele si è rivolto all’India e allo Sri Lanka per far fronte alla carenza di manodopera nei cantieri e nell’agricoltura provocata dalla scelta di Tel Aviv di revocare i permessi di lavoro ai palestinesi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. New Delhi è stata criticata dai sindacati sia perché manda i lavoratori indiani in una zona di conflitto sia perché in questo modo aiuta indirettamente Tel Aviv a togliere lavoro ai palestinesi, continua il settimanale. Il settore israeliano delle costruzioni impiegava circa 90mila palestinesi prima che scoppiasse la guerra. Il governo indiano risponde alle critiche dicendo che l’accordo con Tel Aviv è stato firmato molto prima del recente conflitto. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati