L’11 e il 12 febbraio il principale partito dell’opposizione mauritano, Tagammu (islamista), ha organizzato un evento intitolato “La gente soffre” nella capitale Nouakchott. Così facendo, scrive il quotidiano Al Quds al Arabi, ha dimostrato la sua forza politica e la sua capacità di mobilitare i cittadini per denunciare la corruzione del governo del presidente Mohamed Ould Ghazouani. Da quando Ghazouani è arrivato al potere nel 2019 il paese “ha visto emigrare circa 15mila giovani con grandi rischi, orrori e sofferenze”. Il partito islamista ha insistito sul fatto che la soluzione ai problemi della Mauritania si deve trovare attraverso il dialogo, per evitare che ci siano violenze come nei paesi vicini. Qualche giorno prima la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il premier spagnolo Pedro Sánchez erano andati a Nouakchott per discutere con Ghazouani di un piano da 210 milioni di euro a sostegno del paese africano. Il quotidiano Le Calame fa notare che ufficialmente l’accordo riguarda le relazioni economiche tra Mauritania e Unione europea. Ma in realtà è un patto sulla migrazione, per fermare le partenze verso le isole Canarie, territorio spagnolo. La Mauritania è tra i paesi più stabili del Sahel, una regione tormentata dagli attacchi jihadisti, e attualmente ospita 150mila persone scappate dal Mali.

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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati