Fadel Senna, Afp/Getty

Dopo lo Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità naturale per la grave siccità che ha colpito il paese. Il presidente Lazarus Chakwera ha lanciato un appello per mettere insieme più di 200 milioni di dollari di aiuti umanitari. I raccolti sono stati decimati anche nel vicino Zimbabwe. Tutta la regione soffre le conseguenze del fenomeno climatico del Niño, che in questa parte dell’Africa causa una notevole riduzione delle piogge. Le Monde Afrique fa notare che anche in Marocco, più a nord, l’inverno appena finito ha fatto registrare temperature molto più alte della media, con picchi di 40 gradi nel sud ( nella foto, nelle campagne vicino a Ouled Essi Masseoud, Marocco, 6 marzo 2024 ). Altri paesi, dalla Nigeria al Sud Sudan, hanno preso misure per proteggere la popolazione, invitando i lavoratori a non uscire nelle ore più calde oppure ordinando la chiusura delle scuole. Dopo un 2023 da record, l’Africa “ha registrato l’inizio d’anno più caldo di sempre. Come il Sudamerica e varie regioni dell’Europa e del Sudest asiatico, deve affrontare temperature anomale per la stagione”, osserva Álvaro Silva, dell’Organizzazione meteorologica mondiale in un rapporto citato dal quotidiano. “E le ondate di calore sono killer silenziosi”. La tendenza è destinata ad accentuarsi e gli africani che ne risentiranno di più sono quelli che vivono nelle città.

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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati