Un tempo le notizie sul mondo degli affari erano confinate nelle pagine di economia dei quotidiani. Le più interessanti potevano trasformarsi in un libro, non certo in un film o in una serie televisiva. Ma negli ultimi cinque anni i racconti dei trionfi e (molto più spesso) dei disastri finanziari hanno fatto irruzione sulla scena pubblica sotto forma di audio, video e film.

Con la proliferazione dei servizi di streaming si sono aperti spazi enormi da riempire con serie tv che il pubblico può guardare tutte d’un fiato. La popolarità di produzioni come Succession, incentrata su un impero mediatico controllato da una famiglia, o Billions, sul mondo dei fondi speculativi, ha consacrato definitivamente inchieste e notizie sul mondo degli affari e della finanza come materiale perfetto per ispirare film e serie tv.

Un formato tira l’altro

“Il settore dello streaming ha fatto crescere la domanda di nuove storie, con una grande richiesta di narrazioni e personaggi che siano verosimili, profondi e ricchi”, spiega Elizabeth Wachtel, dell’agenzia di artisti e sportivi Wme. “Penso che i personaggi complessi siano diventati particolarmente attraenti. E nella finanza questi personaggi abbondano”.

Wachtel è una literary packaging agent, responsabile cioè dell’acquisizione di diritti per l’adattamento. Il suo lavoro consiste nel cercare saggi che possano essere trasformati in documentari, serie e film. Uno dei clienti della Wme è Beth Macy, autrice di Dopesick, saggio sulla crisi degli oppioidi e sul coinvolgimento della Purdue Pharma e della famiglia Sackler, trasformata nella serie con Michael Keaton trasmessa da Hulu e Disney + .

Un’altra serie in fase di sviluppo è basata su Billion dollar whale, l’inchiesta degli ex giornalisti del Wall Street Journal Tom Wright e Bradley Hope sulla frode milionaria legata al fondo 1Malaysia development berhad, di proprietà del governo malese. Dan McCrum del Financial Times, che ha rivelato la truffa dell’azienda Wirecard, specializzata nel settore della tecnologia finanziaria, a giugno pubblicherà il libro Money men, che ricostruisce la sua inchiesta e diventerà un documentario di Netflix.

Hope e Wright hanno dato vita al Project Brazen, che descrivono come una “casa di produzione giornalistica” per “diffondere storie emozionanti sotto forma di podcast, libri, documentari, serie e film”. “Se scrivi un libro arriva immancabilmente un pezzo grosso di Hollywood con il suo sorriso smagliante. Ti stringe la mano, ti dice ‘farò un film’ e ti porta via il tuo lavoro”, spiega Hope. Project Brazen vorrebbe permettere agli autori di lavorare come giornalisti e allo stesso tempo controllare di più le loro opere.

I podcast sono sempre più spesso un trampolino di lancio verso il piccolo e il grande schermo. La storia di Theranos, la startup per l’analisi del sangue la cui carismatica fondatrice Elizabeth Holmes a gennaio 2022 è stata condannata per truffa, è stata raccontata dal saggio del 2018 di John Carreyrou Bad blood, su cui si basa un film di Adam McKay con Jennifer Lawrence in fase di lavorazione. Nel frattempo, ispirati alla stessa storia, sono usciti un documentario di Alex Gibney, The inventor, e un popolare podcast della Abc,The dropout, che a sua volta ha ispirato la serie trasmessa da Disney +. Anche la serie WeCrashed (Apple Tv +) nasce da un podcast di Wondery su Adam Neumann, dirigente dell’azienda WeWork, e sua moglie Rebekah.

WeCrashed (Apple TV+)

Project Brazen vorrebbe specializzarsi sui podcast perché può produrli direttamente: sono “efficaci” nell’inquadrare una storia e danno spazio “alle voci originali”, spiega Hope.

Con il pubblico che, a livello di gradimento, fa sempre meno distinzione tra vari formati, e con Hollywood pronta a staccare ricchi assegni a chi offre analisi del mondo finanziario, il settore è in subbuglio. Davanti alla possibilità di ottenere grandi guadagni dalle ricerche dei loro giornalisti, editori come Condé Nast hanno creato divisioni dedicate alla produzione di film basati sulle inchieste.

William D. Cohan, autore di The last tycoons (sulla banca d’affari Lazard Frères) e _House of cards _(sulla banca d’investimento Bear Stearns), ricorda che dieci anni fa le storie finanziare erano poco attraenti. A dominare erano le trame poliziesche, giudiziarie e ospedaliere. Oggi, invece, Hollywood “si è accorta che gli spettatori possono mantenere l’attenzione per più di 35 minuti su storie che raccontano il mondo della finanza”.

Mantenere alto l’interesse

Tuttavia, per conquistare e mantenere l’attenzione del pubblico è necessario un espediente artistico, in forma di fiction o non fiction. Le sceneggiature devono essere abbastanza plausibili da non irritare gli esperti, ma devono anche evitare troppi tecnicismi. Cohan sottolinea che Billions, nonostante l’ambientazione nel settore degli hedge fund, non mostra quasi mai un personaggio davanti agli immancabili schermi con le quotazioni. Adam McKay, nella _Grande scommessa _(tratto dal libro di Michael Lewis) ha cercato di mantenere alto l’interesse degli spettatori incaricando alcune celebrità di spiegare gli aspetti più tecnici.

Concentrandosi sugli scandali, i produttori di serie basate sulla finanza non fanno certo un favore al capitalismo. D’altronde i pezzi grossi di Hollywood con il sorriso smagliante non sono interessati a produrre una serie di Netflix in sei episodi sulle più affidabili culture finanziarie o sul senso di responsabilità dei banchieri che aiutano i proprietari di piccole attività. Le storie degli imbrogli finanziari, invece, sono irresistibili.

“Le trame migliori contengono una fase di indagini in cui si cerca di scoprire lo scandalo, ma poi si evolvono in drammi shakespeariani. E personalmente non riesco a immaginare niente di più shakespeariano del denaro”, sottolinea Hope.

L’appetito per i racconti finanziari segnerà la fine del settore dei libri sulla finanza, spingendo gli autori a cercare la luce dei riflettori direttamente con dei podcast o con dei film?

Wachtel non ne è convinta: “I libri, al contrario, sono in primo piano”. Cohan sottolinea il rischio che i giovani scrittori puntino alla benedizione di Hollywood come “una sorta di conferma del loro valore”, ma gli agenti ricordano quanto sia difficile passare dalla vendita dei diritti all’effettiva uscita di un film con il nome dell’autore in evidenza.

Inoltre, nel mondo dei mezzi di comunicazione come in quello della finanza, possono formarsi bolle destinate a scoppiare. “Il prossimo terremoto finanziario probabilmente metterà fine a queste cose”, prevede Cohan. “Nessuno vorrà guardare drammi finanziari in un momento di sofferenza economica”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1460 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati