Per anni ha lottato per sopravvivere nelle strade di São Paulo. Ora la deputata brasiliana Erika Hilton cerca di cambiare le leggi e la cultura che la volevano emarginare. Eletta nel 2022 alla camera dei deputati, è una delle prime donne transgender a ricoprire il ruolo di parlamentare in un paese in cui l’anno scorso, secondo l’organizzazione nazionale per i diritti dei transgender Antra, sono state uccise 131 persone trans. Con più di un milione di follower su Instagram Hilton è anche un’icona della moda e un’attivista per i diritti civili, entrata in politica dopo aver vissuto in strada per anni. La sua famiglia aveva interrotto ogni contatto con lei quando aveva dichiarato di essere trans.

La sua elezione è il simbolo di un momento di grande incertezza nella politica brasiliana dopo gli anni della presidenza di Jair Bolsonaro (2018-2022), in cui i diritti dei trans e della comunità lgbt+ sono stati duramente attaccati. Come esponente del Partito socialismo e libertà (Psol), Hilton fa parte dell’ala sinistra di un parlamento che resta marcatamente sbilanciato verso il centrodestra. Dopo aver subìto diversi episodi di discriminazione anche da altri parlamentari, Hilton sta lavorando per cambiare la realtà del paese.

“Quando sono entrata in parlamento per la prima volta i miei colleghi di partito si aspettavano che avessi un atteggiamento aggressivo”, racconta. “Ma io sono una persona pragmatica. Amo la moda e so che esiste un vestito adatto per ogni occasione. Quando sono in parlamento seguo un dress code (codice di abbigliamento) diverso rispetto a quando partecipo a un raduno o parlo con la gente per strada”. I diritti della comunità lgbt+ sono sicuramente una priorità per Hilton, ma la sua esperienza personale la porta a concentrarsi anche sui problemi dei senza tetto. “Il Brasile è diventato un paese dove moltissime persone vivono per strada e dove ci sono politiche ostili e disumanizzanti nei loro confronti”, spiega Hilton, in piedi in un corridoio del senato in una mattinata d’agosto. Uno studio condotto nel 2022 dall’Universidade federal de Minas Gerais indica che nel paese 206mila persone sono senza casa.

Nel giorno del nostro incontro era in corso il dibattito su un disegno di legge che Hilton ha presentato con l’obiettivo di creare un programma nazionale di inserimento lavorativo per i senza tetto. Il giorno successivo è riuscita nel suo intento: la camera ha approvato il disegno di legge con un voto preliminare. È stata la sua prima vittoria in parlamento.

Hilton, 30 anni, attribuisce il suo successo elettorale anche al desiderio crescente dei giovani di un rinnovamento politico e di una maggiore rappresentanza per le minoranze. “Credo che i disastri degli ultimi anni abbiano fatto capire ai brasiliani che partecipare alle elezioni e discutere di politica è importante, così come lo è la scelta dei candidati da votare”.

Hilton ha saputo trasformare la sua presenza online in una grande risorsa politica. La sua pagina Instagram è un misto di foto di moda, commenti su notizie di cronaca, interviste e video sulla vita quotidiana in parlamento. Il 29 luglio scorso, per esempio, ha postato un reel (un breve video) sul suo viaggio negli Stati Uniti durante la pausa estiva del parlamento brasiliano: il reel era accompagnato dalla canzone Already di Beyoncé e ha avuto più di quarantamila like.

Lula non ha affrontato le questioni sociali in modo particolarmente energico, probabilmente spinto dalla prudenza

“Dico sempre che i giovani, soprattutto quelli della comunità lgbt+, sono costantemente alla ricerca di un’icona, di una diva pop. È il loro universo, qualcosa di estremamente radicato nella loro vita. Cerco di replicare questa dinamica anche in politica, per avvicinarli. E penso che stia funzionando”.

Il percorso politico di Hilton è cominciato quando ha partecipato al movimento studentesco dell’Universidade federal de São Carlos, situata nella periferia di São Paulo, dove ha studiato pedagogia e gerontologia. Poi ha lasciato l’università per dedicarsi alla politica. Prima aveva lavorato per sei anni come sex worker nelle strade di São Paulo. La prostituzione è il lavoro più diffuso in Brasile tra le persone trans. Secondo Antra il 90 per cento delle donne trans svolge questa attività.

Nata in una famiglia evangelica e povera alla periferia di São Paulo, Hilton è cresciuta con la madre e la nonna fino all’adolescenza, quando la sua famiglia ha deciso di mandarla a casa di uno zio che viveva in campagna per “curarla” dalla sua “omosessualità”. Dopo un paio d’anni è tornata a vivere con la madre, ma litigavano di continuo e alla fine è stata costretta ad andare via di casa.

Questo percorso è piuttosto comune per i giovani trans in Brasile. Secondo una stima della popolazione trans e non binaria fatta dall’amministrazione comunale di São Paulo nel 2021, il 41 per cento delle donne transgender lascia la casa di famiglia a causa degli scontri con i genitori.

La traiettoria di Hilton ha avuto una svolta quando la madre ha capito di aver commesso un errore e l’ha accolta di nuovo in casa. Hilton ha ripreso gli studi e ha ottenuto un incarico in un’università federale. Nel 2020 si è candidata al consiglio comunale di São Paulo, ottenendo più di cinquantamila voti e attirando l’attenzione dei mezzi d’informazione perché era la prima donna trans a essere eletta nel consiglio della città. Nel 2022 ha conquistato di nuovo le prime pagine dei giornali quando è diventata una delle prime due parlamentari trans nella storia del Brasile (l’altra è Duda Salabert, ex insegnante dello stato di Minas Gerais).

“Negli Stati Uniti le questioni sociali, dai diritti delle donne al matrimonio paritario, di solito interessano l’intero campo progressista. In Brasile, invece, alcuni partiti di sinistra hanno lavorato più di altri in questo senso”, spiega Graziella Testa, professoressa della Fundação Getúlio Vargas ed esperta delle tendenze elettorali.

Spacconate

La crescita dell’interesse per temi come il razzismo, la disuguaglianza di genere e i diritti delle minoranze ha favorito la carriera non solo di Hilton ma anche di molti altri politici, come Sônia Guajajara, attuale ministra per le popolazioni indigene nel governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che, però, non sta affrontando le questioni sociali in modo particolarmente energico, probabilmente spinto dalla prudenza nella gestione del rapporto con una destra molto potente.

Questa esitazione è uno dei motivi per cui i partiti più a sinistra del Partito dei lavoratori (Pt) di Lula, come il Psol, continuano a crescere. “Naturalmente anche all’interno del Partito dei lavoratori ci sono persone che sostengono queste cause, ma in generale il Pt non è riuscito a occuparsi in maniera organica di questi problemi. Altre formazioni politiche, come il Psol, sono più efficaci”, sottolinea Testa.

Il Psol è stato fondato nel 2004 da un gruppo di parlamentari che hanno lasciato il Partito dei lavoratori in seguito a una serie di dispute sulla strategia politica da seguire. “È un partito più giovane, quindi offre più spazio a una nuova leadership e a nuove candidature”, spiega Testa. “All’interno dei gruppi politici c’è sempre una ‘coda’ di persone che attendono l’opportunità per candidarsi. Forse nel Psol la coda era più breve”.

Testa ritiene che ci sia un legame tra l’ascesa dell’estrema destra e il declino dei partiti tradizionali di centrodestra, come il Partito della socialdemocrazia brasiliana (Psdb). Quando il Psdb ha cominciato a perdere terreno, le frange più estreme e aggressive della destra ne hanno approfittato. “Gli elettori di estrema destra sono generalmente molto attivi. Inoltre questi partiti possono contare su un chiaro vantaggio in termini di risorse economiche, che hanno attirato parte degli elettori del centrodestra”, sottolinea Testa.

Questa realtà trasforma spesso il parlamento brasiliano in un campo di battaglia. “Penso sia una realtà assolutamente tossica”, risponde sorridendo Hilton quando le chiediamo cosa pensa dell’ambiente della camera. Poi aggiunge, più seria: “Credo che sia sfiancante e scoraggiante, perché capisci che le dinamiche politiche sono dominate dai gruppi di potere. Ma altre volte è emozionante perché mi sento spinta verso tutto ciò in cui credo e verso la politica che vorrei”.

Il parlamento può essere particolarmente ostile per i politici che non rientrano nella categoria dominante dei maschi bianchi cisgender ed eterosessuali. In senato il primo bagno per le donne è stato costruito solo nel 2016, mentre alla camera il congedo di maternità era considerato come un’assenza dalle sessioni fino al 2021. Per Hilton e Salabert la transfobia è una realtà quotidiana. Ad aprile Nicolas Ferreira, parlamentare del Partito liberale, lo stesso di Bolsonaro, si è presentato in aula con una parrucca bionda dichiarando di considerarsi una donna. Ferreira ha poi ribadito che non aveva intenzione di usare i pronomi femminili per riferirsi alle due parlamentari trans.

“Penso che sia orrendo che ci siano ancora brasiliani disposti a votare persone così odiose”, attacca Hilton. Ma sono stati in molti a farlo. Nel 2022 Ferreira è stato il candidato più votato del paese, con più di un milione di preferenze, perfino più del figlio di Bolsonaro, Eduardo, che deteneva il precedente record. “In realtà sono solo spacconate. Cerco di non farci troppo caso”, dice Hilton. “È una strategia di demoralizzazione e distrazione. Certo, bisognerebbe punire Ferreira, ma non voglio dargli l’attenzione che cerca”.

L’indagine disciplinare sul comportamento di Ferreira è stata archiviata all’inizio di agosto. Né il parlamentare né il suo addetto stampa hanno risposto alle richieste di un commento per questo articolo.

Secondo Testa la presenza di Hilton e Salabert in parlamento è di per sé una sfida al dominio maschile. “Questa coesistenza è importante anche per gli uomini che non hanno mai affrontato una realtà simile”, spiega. “Anche se l’indagine su Ferreira non ha portato a nulla, ha fissato alcuni limiti su ciò che è consentito dire. Se in aula non ci fossero state persone transgender oggi non staremmo parlando della transfobia di Ferreira”, sottolinea Testa.

Hilton ammette di non poter separare l’attività politica dal suo percorso personale, ma non vuole essere considerata una deputata di nicchia. “Il mio corpo è segnato da determinate identità, e questo condiziona il mio modo di fare politica. Ma sono costantemente in fuga dagli stereotipi”, spiega. “Sono qui per combattere e per difendere le mie idee su come dovrebbe essere questo paese. E lo faccio per tutti i brasiliani”. ◆ as

Biografia

1992 Nasce a Franco da Rocha, in Brasile.
2007 Viene cacciata di casa dopo aver dichiarato la sua identità di genere. Sei anni dopo, tornata con la madre, s’iscrive all’università e comincia a fare attività politica.
2016 S’iscrive al Partito socialismo e libertà.
2020 È la prima consigliera transgender nell’amministrazione comunale di São Paulo.
ottobre 2022 Vince un seggio alla camera dei deputati. La Bbc la inserisce nella lista delle “cento donne più ispirate e influenti del mondo”.


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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati