Cultura Schermi
Elemental
Stati Uniti 2023, 109’. In sala

Ecco un onesto film per famiglie, bello da vedere, che prende spunto dall’ennesimo e un po’ pedante tema astratto, tipico della Pixar: cosa succede se acqua e fuoco s’innamorano? L’ambientazione è, guarda un po’, una fiabesca realtà alternativa: nella coloratissima e vivace Elemental City, fuoco, acqua, terra e aria convivono più o meno in armonia, anche se hanno un bigotto sistema di caste per cui “gli elementi non si mischiano” e il fuoco è guardato un po’ dall’alto in basso. Ember è una giovane fiammante, fiera figlia d’immigrati. Di lei s’innamora l’acquatico Wade, che per conquistarla dovrà convincere non solo Ember, ma anche le loro famiglie. Poco importa se l’età dell’oro della Pixar sia alle nostre spalle o no. Quello che preoccupa è che Elemental sembra creato con una formula precisa, da algoritmo, e il suo aspetto visivo è meno interessante di quanto ci si poteva aspettare. Detto questo, sopravvive un certo idealismo dolce e ottimista, fiamma che la Pixar deve tenere viva.
Peter Bradshaw, The Guardian

Houria
Lyna Khoudri
Francia / Algeria 2022, 98’. In sala
Houria (Dr)

Houria prova Il lago dei cigni su un tetto da cui si sente il richiamo alla preghiera, prima d’incontrare altre ballerine e sfogarsi sulle note di Single ladies di Beyoncé. Già da questa sequenza iniziale, Mounia Meddour rende esplicita la sua volontà di mettere insieme elementi eterogenei e tutto risulta inevitabilmente frammentario. Proprio come le giornate di Houria tra le prove, il lavoro come cameriera in un hotel, le notti a scommettere sui combattimenti illegali tra arieti. I frammenti saltano fuori dallo scontro quotidiano tra talento e vincoli sociali, ispirazione e precarietà, presente di corpi danzanti ed eredità del passato algerino. Un’aggressione subita da Houria finisce per spezzare questa frammentazione e Lyna Khoudri centra una rara armonia che rimette insieme tutti i pezzi. Le sue abilità come ballerina e le sue capacità come attrice si mescolano in un unico e misterioso talento: riuscire a far brillare tutto quello che la circonda senza fare praticamente nulla.
Fernando Ganzo, Cahiers du Cinéma

Polite society
Priya Kansara, Ritu Arya
Regno Unito 2023, 104’. In sala

Thriller di spionaggio, film di arti marziali e al tempo stesso fantasy, il primo lungometraggio di Nida Manzoor (autrice della serie We are lady parts) espande i parametri del kitchen-sink drama, strappando il lavello dal muro e scagliandolo verso il pubblico. Ria è una ragazza anglopachistana che sogna una carriera da stunt woman. La sorella Lena è depressa e dubita di poter diventare l’artista che sperava. I genitori sono sensibili verso le figlie, ma sono anche preoccupati che l’atteggiamento delle ragazze possa minare una rispettabilità faticosamente costruita in una ambiente pronto a giudicare. Quando Lena si fidanza dopo un incontro combinato dalla madre, Ria comincia una campagna per salvare la sorella dal conformismo. Al suo cuore, Polite society è un’esplorazione delle risposte delle donne al patriarcato (sostenuto non solo dagli uomini) e si salva dai cliché grazie a un pizzico di anarchia e alla sensibilità punk della protagonista.
Rebecca Harrison, Sight and Sound

Emily
Emma Mackey
Regno Unito 2022, 130’. In sala
Emily (dr)

Solitaria, geniale, ribelle, musa: una moltitudine di Emily Brontë affolla l’immaginario collettivo. Gentile, crudele, dagli occhi blu, grigi o nocciola. Il fatto che su di lei non ci sia consenso diventa liberatorio per il promettente film d’esordio dell’attrice, scrittrice e regista Frances O’Connor. La sua Emily è piacevolmente irriverente. Basandosi sui pochi documenti storici ha costruito un ritratto ideale. I fondamentalisti obietteranno, ma a partire da una serie di contrapposizioni – natura e cultura, realismo e romanticismo, dovere e libertà – O’Connor dà vita al mito di Emily suggerendo che questo genio strano e isolato è nato grazie alle sue contraddizioni, e non malgrado loro.
Manohla Dargis, The New York Times

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1517 - 23 giugno 2023
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