Sul disco di debutto del dublinese For Those I Love incombe la figura del poeta Paul Curran, morto suicida nel 2018. Il progetto del musicista e artista visivo David Balfe – il migliore amico di Curran ed ex compagno nella band Burnt Out – è un riflesso del suo dolore e le nove tracce che compongono For Those I Love sono una celebrazione della vita di Curran. L’album è anche un documento sulla vita nel quartiere periferico di Coolock e sulle tribolazioni della classe operaia. I testi, scritti in pieno gergo dublinese, si appoggiano su basi elettroniche glitch che occasionalmente sbocciano in melodie rave e house anni novanta. In Top scheme Balfe si scaglia contro i suoi fallimenti e quelli della società. In Birthday / The pain ricorda di aver visto a sei anni un cadavere abbandonato di fronte a casa sua. Gli Streets, citati più volte, sono un ovvio riferimento per Balfe, ma Mike Skinner non si è mai esposto così tanto emotivamente. Lauren Murphy, The Irish Times
Si dice che non ci sia niente di noioso come ascoltare i sogni di qualcun altro, ma non è il caso degli Eccentronic Research Council. Nel 2015 il duo di Sheffield ha realizzato un omaggio al disco del 1964 Inventions for radio: the dreams, di Delia Derbyshire e Barry Bermange, in cui delle persone raccontavano i loro sogni con in sottofondo l’elettronica di Derbyshire. In seguito gli Eccentronic Research Council hanno deciso di espandere il progetto con un altro disco che esplora i sogni nati nell’ultimo anno, in cui la nostra mente ha affrontato grandi cambiamenti. I brani più interessanti sono quelli legati al coronavirus, come _ Madge’s dream_, in cui un’infermiera sogna che per sopperire alla mancanza di mascherine decide d’indossare costumi da Elvis Presley grasso. Il materiale di partenza è invidiabile e il gruppo mantiene un tocco leggero e brillante mentre lo utilizza. Saltellando da un genere all’altro, costruisce delle vere e proprie colonne sonore e lascia che i narratori conducano il gioco. Un disco bizzarro, ma da cui viene fuori uno strano senso di comunità.
Patrick Clarke,
The Quietus
Basterebbero la posizione di Loretta Lynn negli annali della moderna musica country e il fatto che Still woman enough sia il suo cinquantesimo album per fare di questo lavoro una pietra miliare. Eppure, all’età di 88 anni, Lynn dimostra che non ha nessuna intenzione di rallentare la sua produzione, prodigiosamente ricominciata nel 2004 grazie all’album Van Lear Rose, prodotto da Jack White. Come molti altri suoi lavori recenti il disco è prodotto dalla figlia Patsy Lynn Russell e da John Carter Cash, unico figlio di Johnny Cash e, per segnare la solennità dell’anniversario, vede la presenza di ospiti stellari come Reba McEntire, Carrie Underwood, Margo Price e Tanya Tucker, tutte donne che seguendo la scia della stessa Loretta si sono fatte una posizione nella scena country statunitense. Il disco, che vuole essere un omaggio alle compositrici e alle interpreti che più l’hanno influenzata, comincia con una versione recitata della sua canzone più famosa, Coal miner’s daughter, e prosegue con una selezione di pezzi altrettanto importanti, da Old Kentucky home di Stephen Foster al classico gospel di Hank Williams I saw the light. È inutile dirlo ma il titolo di questo album, “Ancora donna abbastanza”, dice tutto quello che c’è da dire sulla longevità e lo status leggendario di Loretta Lynne. Lee Zimmerman, American Songwriter
Leopold Godowski non è solo il compositore dei 53 studi sugli studi di Chopin o delle Metamorfosi sinfoniche su temi del Pipistrello. La sua sonata in mi minore (1910-1911) merita un posto al fianco di quelle quasi contemporanee di Rachmaninov, Paderewski, Szymanowski e Dukas. È un monumento di cinquanta minuti, all’incrocio tra le febbri di fine ottocento e la grande tradizione, e affronta in cinque movimenti tanto la forma sonata quanto la fuga, i tre tempi del valzer come quelli del minuetto. Sempre senza momenti di virtuosismo gratuito. Lituana come Godowski, Mūza Rubackytė mette in luce canto e controcanto con un ricco ventaglio cromatico. Nei preludi op. 1 il giovane Szymanowski evidenzia tutto il suo debito verso Skrjabin e il Wagner del Tristano e Isotta. Un disco di grande pianoforte. Didier Van Moere, Diapason
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