Cultura Schermi
It was just an accident
Ebrahim Azizi
Iran / Francia / Lussemburgo 2025, 101’.

Un uomo (Ebrahim Azizi) insieme alla moglie incinta e alla figlia, sta guidando a tarda notte nella periferia di Teheran quando investe un cane randagio. L’automobile non riparte e lui cerca aiuto in un negozio lì vicino. Là trova Vahid (Vahid Mobasseri) che lo riconosce – o almeno, crede di riconoscerlo – come il suo carceriere. Un incontro che innesca una spirale di eventi. Panahi si è ispirato alle storie di alcuni compagni di cella durante i sette mesi della sua seconda detenzione in carcere. Il film è attraversato da una vena di umorismo macabro e da momenti di ilarità assurda. Ma si tratta di una condanna appassionata e schietta del regime iraniano e degli uomini che ne sono al comando.
Wendy Ide, Screen International

Sirât
Sergi López, Bruno Núñez Arjona
Francia / Spagna 2023, 115’.
Sirât (dr)

In un rave in mezzo al deserto si aggira Luis (López) insieme al figlio Esteban, in cerca della figlia. Per una crisi internazionale, l’esercito comincia a radunare i cittadini stranieri. Ma una carovana eterogenea si stacca dal convoglio, in cerca di un altro rave. Luis ed Esteban li seguono. Ovunque vadano, li attende qualcosa di inaspettato. Lo stesso vale per il pubblico. I colpi di scena del regista franco-spagnolo Óliver Laxe sono pericolosi come una strada di montagna e per qualcuno le vertigini che provoca potrebbero essere eccessive. Spesso l’apocalisse non è altro che la condizione dei paesi poveri imposta a persone bianche. Un film sorprendente, originale, esilarante e inquietante.
John Bleasdale, TimeOut

Sentimental value
Stellan Skarsgård, Renate Reinsve
Norvegia 2025, 132’.

Il dramma intelligente e gelido di Trier sembra pensato proprio per Cannes visto che mette in scena le tensioni tra l’opera e la vita di un artista e tra Hollywood e il cinema d’autore europeo. Gustav (Skarsgård) sta girando un film autobiografico e offre la parte da protagonista alla figlia attrice, con cui ha un rapporto travagliato. Lei rifiuta e così Gustav propone il ruolo a un’attrice statunitense (Elle Fanning) che muore dalla voglia di guadagnarsi un posto nel cinema d’autore. Gli attori sono eccellenti, la premessa è intrigante e realizzata con stile, anche se il film manca un po’ di grinta emotiva.
Ed Potton, The Times

Fuori
Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie
Italia 2025, 117’.
Fuori (dr)

Il film di Martone zigzaga nella luce incantata di un’estate romana, negli anni ottanta, tra i vuoti e i pieni di un’amicizia passionale nata nel carcere femminile di Rebibbia. Evoca un breve periodo della vita di Goliarda Sapienza, intellettuale del novecento, libera e anarchica, bisessuale, autrice dell’Arte della gioia, bestseller internazionale riconosciuto come capolavoro solo dopo la sua morte. Il film è basato su due racconti in cui Sapienza narra di come finì in carcere e del legame con la compagna di cella Roberta. Tanti episodi drammatici della vita della scrittrice esclusi dalla trama ci dicono qualcosa dell’ardente desiderio di un film carico di elementi oscuri. Invece del crollo, mostrare la rinascita. Così Martone cerca di inquadrare la controversa tesi di Sapienza (dentro c’era più libertà che fuori) e interpreta il suo modo di inventare una libertà tra donne per tenere a bada le forze oscure.
Sandra Onana, Libération

Jeunes mères
Samia Hilmi
Francia / Belgio 2025, 105’.

I fratelli Dardenne hanno girato il loro film in una maison maternelle, luoghi che accolgono donne in difficoltà. In questa oasi di tranquillità si muovono le quattro protagoniste, ognuna con la sua storia. Jessica (Babette Verbeek), Julie (Elsa Houben), Ariane (Janaïna Halloy Fokan) e Perla (Lucie Laruelle), a cui si aggiunge la luminosa Naïma (Samia Hilmi). Come un testimone, lo spettatore segue i loro passi, scoprendo le cose nel momento in cui le scoprono loro. Non esistono il bene o il male. Solo persone che fanno quello che possono, mentre la vita va avanti, con i suoi conti alla rovescia e le decisioni urgenti da prendere. Da quest’opera si irradia un’energia dolce che, andando al cuore della sofferenza, cerca spiragli di luce.
Clarisse Fabre, Le Monde

Altro da questo numero
1616 - 30 maggio 2025
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.