Cultura Schermi
L’amore che non muore
Adèle Exarchopoulos, François Civil, Malik Frikah
Francia / Belgio 2024, 160’. In sala

Negli anni ottanta, nel nord della Francia, Jackie (Mallory Wanecque) e Clotaire (Malik Frikah) s’incontrano davanti a scuola. Lei studia, lui ciondola. S’innamorano, ma il ragazzo è intrappolato in una vita che deraglia. La loro storia è quella di un amore impossibile. Accompagnato da una colonna sonora cult che spazia dai Cure, a Billy Idol, ai Depeche Mode e costruito come un dittico a cavallo di un decennio, il film immerge i suoi protagonisti, e per estensione il pubblico, in un’esperienza psicofisica completa, innescando in loro tutte le emozioni possibili. Numeri di danza da musical, ombre da film noir, giornate di pioggia da cronaca sociale, baci da commedie romantiche e splendide fughe da film per adolescenti a fare da cornice. È difficile non sciogliersi di fronte a questa profusione di sensibilità che sembra generata da una mascolinità antiquata, esuberante e disordinata, in via di decostruzione.
Murielle Joudet, Le Monde

Karate kid: legends
Ben Wang, Jackie Chan, Ralph Macchio
Stati Uniti 2025, 94’. In sala
Karate kid: legends (dr)

Nonostante il titolo e la promessa di riunire Ralph Macchio e Jackie Chan, cioè le “leggende” del Karate kid originale (1984) e del suo remake (2010), il vero protagonista del sesto capitolo della saga è il giovane Ben Wang nei panni di Li: il ragazzo arriva in città, incontra una ragazza (Sadie Stanley) e deve vedersela con dei bulli, esperti di karate. Wang se la cava bene, specie nelle acrobazie, e nella prima parte ci sono delle variazioni sul tema interessanti. Per esempio, sarà proprio Li a vestire i panni del maestro per dare un’infarinata di kung fu a un pugile in declino (Joshua Jackson). Ma quando arriva per lui il momento d’iscriversi al suo torneo, il prozio Han (Chan) si rende conto che deve imparare anche il karate e sa bene chi chiamare (Macchio). Il fatto che a questo punto sia passata un’ora di film è un po’ deludente. La presenza di Ralph Macchio sembra un’aggiunta tardiva. Ma il film è abbastanza vivace e commovente da giustificare i suoi difetti.
Dan Jolin, Empire

Aragoste a Manhattan
Raúl Briones, Rooney Mara
Stati Uniti 2024, 139’. In sala
Aragoste a Manhattan (dr)

Lo sceneggiatore e regista messicano Alonso Ruizpalacios, noto soprattutto per l’ibrido documentario-thriller Una pelicula de policías (2021), con il suo ultimo film si rivolge agli appettiti contemporanei del pubblico con uno sfiancante dramma ambientato nella cucina di un ristorante. Liberamente ispirato a The kitchen, dramma teatrale del 1957 di Arnold Wesker, è girato in un sorprendente bianco e nero e si svolge nell’arco di una lunga giornata nella cucina di un affollato locale turistico di Times square, a New York. Racconta l’esperienza dei migranti e la natura illusoria dei sogni, non solo di quello americano. Al centro del dramma ci sono 800 dollari mancanti e la storia d’amore tra l’esuberante cuoco messicano Pedro (Raúl Briones) e la cameriera statunitense Julia (Rooney Mara). In alcuni punti il film è eccellente, ha energia, la regia è agile e le coreografie notevoli. Ma gli eccessi teatrali e un certo istrionismo urlato a un certo punto cominciano a stufare.
Wendy Ide, The Observer

L’amico fedele
Naomi Watts, Bill Murray
Stati Uniti 2024, 119’. In sala

Nell’adattamento del bestseller Friend di Sigrid Nunez, Naomi Watts è Iris, un’insegnante di scrittura creativa e autrice frustrata che deve affrontare il suicidio del suo amico e mentore Walter (Bill Murray). Uno degli ultimi desideri di Walter è che la donna si prenda cura del suo gigantesco alano Apollo, che a malapena entra nel suo appartamento di Manhat-tan. Cosa può fare Iris per Apollo? O forse è più sensato chiedersi cosa può fare Apollo per Iris. Purtroppo, in entrambi i casi, la risposta è “non molto”. Tutto quello che succede nelle successive due ore di dramma piuttosto rarefatto si può ampiamente immaginare. Una scena però incanta: Iris immagina “sulla carta” una conversazione con Walter in cui esige risposte su tutto quello che il suo suicidio ha lasciato in sospeso. Forse questo tête-à-tête intenso e toccante è il vero motivo di esistere del film.
Robbie Collin, The Telegraph

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1617 - 6 giugno 2025
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