Cultura Suoni
Sound ancestors
Madlib (Maria José Govea, Red Bull)

Il produttore hip hop statunitense Madlib è conosciuto soprattutto per le sue collaborazioni con artisti come MF Doom, Freddie Gibbs, Georgia Anne Muldrow e altri, ma ha anche una solida discografia solista. Ora ha pubblicato un nuovo album realizzato in collaborazione con Four Tet. Il producer britannico ha aiutato Madlib a catalogare, editare e plasmare centinaia di frammenti sonori, loop, esperimenti e idee. Il disco abbraccia reggae, rock, jazz, elettronica e ovviamente rap. The call ha un groove di basso in stile rock, mentre Theme de crabtree va verso il reggae. L’album è pieno di queste rapide virate di genere che all’inizio possono sembrare un po’ brusche, ma sono necessarie a rendere i brani coinvolgenti. Sound ancestors, il pezzo che dà il titolo al disco, suona come la jam session di un gruppo jazz prima di un concerto. Questo disco è come le sabbie mobili. All’inizio è difficile orientarsi, ma poi risulta tutto delizioso. È un’ode agli antenati, ma ha lo sguardo rivolto al futuro.

Ryan Middleton,
Magnetic Magazine

Isles

I Bicep sono un affascinante duo di musica elettronica che viene da Belfast, nell’Irlanda del nord. Nel 2017 il loro acclamato album di debutto è entrato in classifica e i due sono partiti per un tour mondiale tutto esaurito. Ci sono voluti due anni per realizzare Isles, un album che parte dalla loro dance vibrante delle origini ma esplora territori nuovi, più intimisti. L’album si apre con Atlas, una base di synth euforici che diventano malinconici con un campionamento vocale di Ofra Haza. Il singolo Apricots è coinvolgente, con i suoi arpeggi quasi trance e campionamenti orecchiabili di cantanti malawiani e del coro femminile della radiotelevisione bulgara. Isles è uno sguardo già nostalgico sul futuro, ideale sia per chi non vede l’ora di tornare a sudare in pista sia per chi vuole perdersi in un afterparty ambient fino all’alba.
Nick Smith, Music Omh

A common turn
Anna B Savage (Ebru Yildiz)

Michelle Obama disse che essere vulnerabile significa rompere le barriere e mostrare agli altri chi siamo veramente. Questa citazione è perfetta per il primo album di Anna B Savage. Dopo EP, del 2015, la cantante londinese ha affiancato Father John Misty nel suo tour europeo, ma il successo inaspettato l’ha spaventata, facendole dubitare delle proprie capacità. Negli ultimi cinque anni si è riappropriata della sua passione per la musica e ha imparato a tener lontane le pressioni esterne. A common turn esplora questo periodo di fragilità con equilibrio e autenticità. Il tema degli uccelli è l’arco tematico che poeticamente tiene insieme le sue esperienze. La formazione classica di Anna B Savage si fonde con elementi elettronici in tracce sperimentali come Two e A common turn, momenti fondamentali dell’album che esplorano l’esperienza delle relazioni tossiche, con se stessa e con gli altri, e la riconquista della libertà. La produzione di William Doyle guida le ultime due tracce, creando un legame con Phoebe Bridgers e Anna Calvi. A common turn è personale, emotivo e onesto, pone grandi domande ma soprattutto osa essere vulnerabile. Uno dei primi grandi album del 2021 e un grande ritorno per Anna B Savage.

Kyle Kohner, Exclaim

Brahms: sonate per clarinetto e piano; Widmann: intermezzi per piano

Le due sonate per clarinetto e piano op. 120 segnano l’ultimo ritorno di Brahms alla musica da camera, dopo che aveva incontrato il clarinettista Richard Mühlfeld. A quell’amicizia provvidenziale e fruttuosa si sovrappone quella di questo disco tra due musicisti che suonano insieme da molti anni. I cinque intermezzi per piano presentati qui sono stati scritti da Widmann per Schiff nel 2010, e si collocano chiaramente in un clima brahmsiano. Posando la penna per riprendere il clarinetto, nelle sonate di Brahms Widmann si mostra scrupoloso nel tener fede a ogni indicazione dello spartito. Schiff offre la stessa fedeltà assoluta al testo e con un uso parsimonioso del pedale di risonanza dello strumento riesce a fraseggiare al piano come se stesse suonando con un archetto. Sottolineando la dolcezza e l’intimità di queste sonate, gli interpreti ne amplificano l’intensità e la profondità. È un clima che sorprenderà gli ascoltatori abituati a letture più felpate. E li conquisterà rapidamente, grazie al senso della misura che guida Widmann e Schiff e al costante equilibrio tra i loro due strumenti.

Bertrand Hainaut, Diapason

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1395 - 5 febbraio 2021
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