Cultura Libri
Agosto blu
176 pagine, 18 euro

Una giovane donna in un mercatino delle pulci di Atene osserva un’estranea acquistare due cavalli meccanici che danzano quando gli si tira un cordino. Entrambe le donne indossano lo stesso cappotto, un trench verde. Anche la prima desidera ardentemente quei cavalli. Mentre osserva avidamente la transazione è sopraffatta dalla sensazione di guardarsi allo specchio. Da Dostoevskij a La donna che visse due volte di Hitchcock, il doppio è una fissazione ricorrente tanto della letteratura quanto del cinema. Nel caso di Elsa M. Anderson, la donna osservatrice al mercatino di Atene, l’incontro con il suo doppio è la seconda tappa di una favola profondamente freudiana fatta di memorie perdute e identità spezzate. Elsa è una celebre pianista giunta ad Atene in seguito a una catastrofe. Tre settimane prima aveva eseguito il secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov al Musikverein di Vienna, aveva perso il filo della musica e abbandonato il palco, un atto imperdonabile. Ora vaga per l’Europa, dando lezioni ai figli di persone abbastanza ricche da poterselo permettere, cercando di affrontare il mistero sulla sua vera identità. L’atmosfera del romanzo, malinconica e fiabesca, è affascinante, così come lo sono le affermazioni aforistiche che Levy sa dispensare così bene: osservazioni pungenti sulle dinamiche di potere contemporanee.
Olivia Laing, The Guardian

La nostra guerra quotidiana
384 pagine, 20,00 euro

Con La nostra guerra quotidiana lo scrittore ucraino Andrei Kurkov dà il meglio di sé nell’usare l’ironia per narrare l’oscura e fitta boscaglia della guerra culturale russa che fa da sfondo all’invasione voluta da Vladimir Putin. Dopo la conquista di una città tutti i residenti vengono controllati e registrati dalle autorità russe. “Solo coloro che non hanno tatuaggi patriottici, non hanno pubblicato post filo-ucraini sui social network e possono dimostrare la loro lealtà alla Russia ‘superano’ il processo di filtraggio”, scrive Kurkov. Chi fallisce viene mandato in un campo di prigionia o ucciso sul posto, secondo alcuni testimoni. La nostra guerra quotidiana si basa in gran parte sugli avvenimenti del primo anno dell’invasione in cui la presunta guerra lampo di Putin si trasformò in una disastrosa disavventura, il morale russo crollò ed entrambe le parti cominciarono lentamente a rendersi conto che il conflitto sarebbe durato molto a lungo.
Roger Boyes, The Times

Polo Nord
528 pagine, 21,00 euro

Il polo nord è il punto in cima al nostro pianeta dove l’asse di rotazione terrestre incontra la superficie. Non è un luogo. A differenza del polo sud, si trova al centro di un oceano di ghiaccio in costante movimento. Non ha longitudine, poiché tutte le linee convergono lì, e non ha neanche il fuso orario. Il polo nord, scrive l’esploratore norvegese Erling Kagge, “è come un quadro astratto, liberato da ogni forma”. È proprio per la sua assenza fisica, sostiene, che ha esercitato un tale potere sul nostro immaginario. Il merito di questo libro avvincente e ampio è quello di presentare il polo nord in tutte le sue sfaccettature, non solo come punto geografico cercato da generazioni di esploratori ma anche come sogno, mito e specchio. L’8 marzo 1990 Kagge partì con gli sci dall’isola di Ellesmere, in Canada, accompagnato dall’esploratore norvegese Børge Ousland. Trascinavano slitte da 120 chili e si nutrivano di fiocchi d’avena, latte e carne secca. L’unica lettura che Kagge aveva con sé era il Vangelo, “con l’idea di portare un libro che contenesse il maggior numero possibile di pensieri per grammo”. La temperatura si aggirava intorno ai 50 gradi sotto zero. I resoconti della spedizione si alternano alla narrazione principale del libro che ricostruisce i tentativi dell’umanità di raggiungere il polo nord, sia fisicamente sia con l’immaginazione. Combinando erudizione ed esperienza personale, Kagge sviluppa quella che si potrebbe definire una filosofia del polo nord.
Mark Nayler, Times Literary Supplement

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1629 - 29 agosto 2025
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