Cultura Schermi
Wake up dead man. Knives out
Daniel Craig, Josh O’Connor
Stati Uniti 2025, 140’. In sala (su Netflix dal 12 dicembre)
Wake up dead man (dr)

Rian Johnson e Daniel Craig hanno completato uno dei trittici più coerenti e soddisfacenti degli ultimi anni, ognuno con una sua atmosfera. Il primo film era un frizzante giallo autunnale, il secondo una gita estiva su un’isola, mentre il terzo è invernale e macabro. È ambientato in una piccola comunità a nord di New York ed è una gelida meditazione sulla fede e le credenze (non solo religiose), che alimenta un cupo senso dell’umorismo mantenendo un occhio rivolto ai conflitti culturali contemporanei. Come sempre, “il più grande detective del mondo” apre la strada a un nutrito gruppo di personaggi pittoreschi al cui centro c’è un giovane prete (Josh O’Connor), mentre la vittima è un sacerdote più anziano, conservatore, focoso e irascibile (Josh Brolin). Intorno a loro una comunità di credenti e di star, da Glenn Close a Kerry Washington, da Andrew Scott a Jeremy Renner.
John Nugent, Empire

About Luis
Max Riemelt, Natalia Rudziewicz
Germania 2024, 95’. In sala

Lucia Chiarla scrive e dirige un adattamento del dramma teatrale del 2016 El pequeño poni di Paco Bezerra, in cui una coppia deve affrontare il fatto che il figlio di dieci anni subisce gravi episodi di bullismo a causa di uno zaino a forma di unicorno. Spostando l’azione da un appartamento a un’automobile, Chiarla rafforza la sensazione che Jens (Riemelt) e sua moglie Costanze (Rudziewicz) abbiano poco tempo da dedicare al piccolo Luis. Ma la tensione nasce soprattutto dal fatto che i due hanno opinioni contrastanti su come affrontare la questione. Jens è orgoglioso che il figlio indossi senza farsi problemi uno zaino vistoso, mentre Costanze vorrebbe risolvere il problema il più rapidamente possibile. About Luis non prende le parti di nessuno, ma sottolinea il fatto che due genitori siano lasciati completamente soli di fronte a una situazione delicata. Con interpretazioni di grande sensibilità i due protagonisti ritraggono in modo convincente due persone sopraffatte e impotenti.
Andreas Köhnemann, Spielfilm

Die my love
Jennifer Lawrence, Robert Pattinson
Regno Unito / Canada / Stati Uniti 2025, 119’. In sala
Die my love (dr)

Una straordinaria interpretazione di Jennifer Lawrence impedisce a Die my love di crollare, il che è ironico visto che nel film di Lynne Ramsay è proprio lei che crolla. Grace (Lawrence) e Jackson (Pattinson) lasciano New York per stabilirsi nel Montana, dove Jackson è cresciuto. Poco dopo il trasloco Grace, già alle prese con un senso di isolamento, partorisce e comincia a perdere la testa. Il suo comportamento potrebbe far pensare alla depressione post-partum (argomento già affrontato da Ramsay in …e ora parliamo di Kevin). Ma la regista precisa che il film racconta “una relazione che si rompe dopo la nascita di un bambino”. Alla fine è un raro thriller psicologico che si disinteressa della psicologia della protagonista. Lawrence è brava ma può reggere fino a un certo punto. Alla fine le sue azioni non fanno altro che sconvolgere il pubblico, e il tutto risulta sconcertante se non addirittura manipolatorio.
Sonia Rao, The Washington Post

Lo schiaffo
Laeni Geiseler
Germania 2025, 86’. In sala

Il film comincia con lo schiaffo in piena faccia che la piccola Marielle (Geiseler) si prende dopo aver insultato un’altra bambina e che scatena in lei dei poteri telepatici sovrannaturali. Dopo quella sberla infatti Marielle può vedere tutto quello che fanno i genitori e sentire tutto quello che provano. I fallimenti lavorativi del padre non sono più un segreto, le chiacchiere e le continue allusioni sessuali tra la madre e un collega rivelano una potenziale relazione extraconiugale. Con un giochino abbastanza semplice Hambalek scatena una valanga emotiva: le bugie, anche le più innocenti, nel migliore dei casi ci imbarazzano, nel peggiore distruggono famiglie. E proprio quando speriamo che il peggio sia passato, arriva qualcosa di nuovo e di ancora più imbarazzante. Finiamo per chiederci cosa vorremmo sapere dei nostri cari.
Janick Nolting, Kino-Zeit

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1642 - 28 novembre 2025
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